giovedì 31 gennaio 2008

Impressioni dal Messico: cronaca del viaggio in auto verso nord. PARTE 1

23 gennaio 2008. Partiamo da La Cruz in tarda mattinata senza una meta ben definita. Prendiamo la carretera inter-statale in direzione nord con Francesco alla guida, Nussi sul sedile posteriore a godersi il paesaggio e io con mappe e Lonely Planet alla mano.

La strada è la stessa che avevamo già percorso qualche giorno prima andando a Chacala, una delle spiaggie più belle dello stato di Nayarit. Ecco un paio di foto scattate nella caletta:



La strada è ombreggiata grazie alla folta vegetazione tropicale e mentre riconosciamo i paesini, Fra cerca di evitare le topa(s). Cosa sono? Credo che in italiano si chiamino "dossi artificiali"; dai, sono quelle specie di cunette che stanno in mezzo alla strada per rallentare la velocità. Beh, il Messico è pieno di topa(s), che detta così sembra tutta un'altra cosa! Spesso sono segnalate da cartelli di questo tipo...


...ma ancora più spesso te le trovi davanti completamente inaspettate o peggio ancora invisibili. A volte poi sono altissime tanto che, anche a velocità ridottissima, è impossibile non sfiorarle con il fondo dell'automobile. Comunque, nel caso in cui ci si dovesse rimettere una ruota (o anche peggio) le llanterie (gommisti) sono ovunque e i meccanici sanno fare bene il loro lavoro. Sempre lungo questa strada qualche giorno prima ci era capitato che il bordo di un cerchione si piegasse malamente dopo aver preso una grossa buca e un sapiente gommista ce l'aggiustò in 5 minuti con due martellate!

Decidiamo di andare alla laguna Santa Maria de Oro dove vivono diverse specie di uccelli acquatici. La laguna si trova in realtà nel cratere di un vulcano e capita a volte che le acque borbottino emettendo vapori sulfurei, per questo è rinomata per le sue qualità termali
. La zona è particolarmente spettacolare dal punto di vista panoramico e le leggende sul luogo si sprecano. Raccontano gli abitanti della regione che durante la conquista spagnola l'oro abbondava a tal punto, che si credeva che bastasse sradicare un certo tipo di pianta che cresceva nei dintorni per trovare la polvere d'oro!

Il posto è veramente meraviglioso. Arriviamo alla laguna poco prima del tramonto, giusto in tempo per fare un giro in auto e trovare una camera per la notte in un piccolo campeggio con bungalows proprio di fronte alla riva. Lungo il lago ci sono decine di ristorantini che servono le specialità della zona: pescado sarandeado (ossia pesce speziato cucinato alla griglia) e chicharrones de pescado (piccoli pezzi di polpa di pesce impanati e fritti). Optiamo per i chicharrones e ne mangiamo un chilo in tre, mentre le folaghe e le anatre si godono gli ultimi attimi di luce su un vecchio pontile.



24 gennaio 2008. Francesco si sveglia all'alba, così non sono nemmeno le 8 quando siamo già in auto diretti a Tepic, capitale dello stato di Nayarit, che da qui dista poco meno di 40 Km. La prima cosa che ci colpisce è un grande zuccherificio e la moltitudine di camion sovraccarichi di canna da zucchero che vi affluiscono lentamente. La città deve essersi espansa velocemente negli ultimi anni tanto da aver inglobato questa fabbrica che una volta si trovava sicuramente più decentrata. Le strade sono trafficate, piene di colori e di gente.
Parcheggiamo poco distante dalla cattedrale, ma prima di tutto andiamo a visitare il minuscolo museo archeologico e visto che l'addetto al pagamento non c'è... entriamo gratis! Ci sono solo 4 o 5 sale con una moltitudine di reperti preistorici e soprattutto di epoca precolombiana. Il tutto è molto ben organizzato con cartelli informativi in spagnolo sulle pareti e nelle teche.


Cerchiamo di andare anche al Museo De Los Quatros Pueblos che espone oggetti della tradizione popolare e ha due belle sale dedicate agli indios Huichol, però purtroppo stanno aggiustando l'impianto elettrico così le stanze sono buie e riusciamo a vedere ben poco. Peccato. D'obbligo una visita alla cattedrale che domina la piazza del municipio dove due enormi altoparlanti diffondono la tipica musica messicana ad un volume inimmaginabile!


Decidiamo di lasciare Tepic per farci qualche ora di mare a San Blas, una cittadina distante una sessantina di Km. Uscire dalla città si dimostra più complicato del previsto e non riesco a trovare la strada giusta al primo colpo anche per colpa di un paio di cartelli stradali sbagliati. Poco male. La strada per ritornare sulla costa è tutta una curva e il povero Fra non ha un attimo di tregua, per fortuna il manto stradale è perfetto, sembra quasi che l'abbiano asfaltata per noi! Il paesaggio cambia in continuazione: passiamo attraverso piantagioni di banani, alberi di mango, palme da cocco e poi in lontananza iniziamo a scorgere l'oceano. Le spiagge nei dintorni di San Blas sono deserte e meravigliose. L'unico problema sono le no-see-ums, ossia delle minuscole moschine pressochè invisibili che hanno massacrato di punturine me e Francesco. Le avevamo già incontrate in primavera all'Isla Espiritu Santo, ma non ci ricordavamo che fossero tanto affamate!


La cittadina è molto carina e sembra rimasta messicana al 100%. Certo ci sono decine di hotel e ristoranti e i gringos non mancano, però l'impressione è stata molto positiva. Prendiamo un aperitivo nella piazza principale e poi andiamo a cena al ristorante "La Familia" dove mangiamo dell'ottimo filetto di pesce cucinato splendidamente. Le punture delle no-see-ums iniziano a frasi sentire! Ahi!

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