martedì 22 gennaio 2008

Talpa de Allende


Talpa de Allende, o "La Perla Escondida" come la chiamano alcuni, si trova a circa 190 Km dalla città di Guadalajara nel mezzo della Sierra Madre Occidentale ed è meta di uno dei pellegrinaggi più importanti dello Stato di Jalisco, ma anche del Messico in generale celebrato persino dagli emigranti negli Stati Uniti. Le sue vecchie costruzioni, le case con le tegole rosse, i portoni grandi e accoglienti, i suoi balconi, il monumento di Cristo Re e la imponente basilica con le alte torri che si stagliano nel cielo blu della valle, questa è Talpa, una meravigliosa cittadina dove si venera una delle immagini della Vergine Maria considerata tra le più, diciamo così, "miracolose" di tutto il Messico: Nostra Signora del Rosario, meglio conosciuta come la Vergine di Talpa.


L'origine dell'immagine della Vergine miracolosa è probabilmente da porsi nel secolo XVI anche se nessun documento lascia conoscere il nome dell'autore della scultura. Probabilmente la prima versione fu intagliata utilizzando canna di mais e lo scultore potrebbe essere stato un indio Purepecha che seppe dare alla piccola immagine la grazia e la delicatezza di un viso di "angelica bellezza" ispirato dal suo amore per la Santissima Vergine. Quindi stiamo parlando di una scultura grezza di appena 38 cm realizzata da un anonimo indigeno con materiale povero e estremamente deperibile.

Il peasino di Talpa all'epoca era poco più di un villaggio nel mezzo della Sierra, fondato dai conquistatori Spagnoli con il nome di Santiago de Talpa con l'intenzione di sfruttare i ricchi giacimenti minerari della zona. Il sacerdote Manuel de San Martin fu incaricato di provvedere alle necessità spirituali della nuova fondazione e questi edificò un'umile cappella ponedovi la stauetta grezza della Vergine che gli era stata regalata in uno dei villaggi di indios durante il suo viaggio nella regione.

All'inizio del secolo XVII il pease di Santiago de Talpa venne in parte abbandonato visto che i giacimenti minerari si erano esauriti in breve tempo e gli Spagnoli contavano di sfruttarne altri in una zona poco distante. Così i coloni che decisero di rimanere iniziarono ad occuparsi esclusivamente di agricoltura e allevamento nella fertile piana circostante. Anche Padre Manuel decise di lasciare Talpa e di portare la piccola statua della Vergine con sè per costruire una cappella più grande nel nuovo insediamento minerario che si andava a creare. Per il nuovo tempio però, padre Manuel commissionò che venisse scolpita una statua della Madonna di dimensioni naturali per l'altare principale e così la piccola Vergine di Talpa venne dimenticata in una cappelletta laterale.

Un indio di nome Diego Felipe affezionato alla piccola statuina dai tempi in cui viveva a Santiago de Talpa riuscì a portarla in casa sua e a costruirle un piccolo altare dove la sua famiglia la pregava. Secondo il documento "La Autentica" (resoconto di testimoni dell'epoca) un giorno Diego Felipe ricevette la visita di un suo fratello che era rimasto a vivere a Talpa e decise di regalargli la statuina della Madonna.

Così l'immagine ritornò a Talpa nella piccola cappella vicino al patrono della città, l'apostolo Santiago. Gli incaricati della cura del modesto tempio furono quindi i discendenti dell'indio Diego Felipe ed in particolare la nipotina Maria Tenache. Purtroppo il parroco di Guachinango visitava Talpa una volta all'anno e così il tempo passava senza che nessuno si preoccupasse che la piccola immagine si andava deteriorando per via degli insetti e dell'umidità perdendo la sua primitiva bellezza.

Nel 1644, in agosto si preparavano le feste patronali per la piccola Vergine e per l'apostolo Santiago protettori di Talpa, quando il nuovo sacerdote addetto alle celebrazioni, Pedro Rubio Felix, si accorse che l'immagine della Madonna era ormai troppo vecchia per asservire la sua funzione, così finite le feste decise che venisse avvolta in un lenzuolo e sepolta nella sacrestia della chiesa.

Così la piccola Maria Tenache obbedendo al volere del parroco iniziò a preparare la statua per l'inumazione. Era il 19 settembre 1644. Quando ormai tutto era pronto e mancava solo di seppellire l'immagine, Maria Tenache, suo padre e altre persone si diressero alla chiesa per un ultimo saluto alla Vergine. Maria Tenache stava per porre la statua in una piccola fossa scavata appositamente nel pavimento della sacrestia, quando la Vergine iniziò ad emanare una luce accecante e la bambina cadde a terra come svenuta. A quelli che le domandavano cosa fosse successo rispondeva dicendo che la Vergine improvvisamente era stata avvolta da un fascio di luce. Nessuno aveva il coraggio di svolgere il lenzuolo che copriva la piccola statua, ma tutti iniziarono a pregare, portare fiori per celebrare l'evento e a porle candele di fronte.

Quando Padre Rubio Felix, accorso per via del fatto straordinario, liberò la statuina dal suo sudario tutti i presenti notarono come l'immagine fosse tornata come nuova, splendente e senza i segni indelebili del tempo. La piccola Vergine venne posta sopra l'altare principale al posto d'onore e, da allora, non ha mai smesso di dispensare miracoli ai pellegrini che si incamminano per andarla a visitare.

Durante l'anno si celebrano sei feste: quattro in onore della Vergine del Rosario; poi il giorno della Candelaria in onore di San Josè (San Giuseppe) e la festa della Guayaba (frutto tipico di questa zona, molto simile ad una piccola pera, ma dal gusto più tropicale).
I pellegrini arrivano a Talpa preferibilmente camminando, anche se è possibile raggiungere la zona in autobus, in auto, in moto, in bici o a cavallo. Il cammino in questa regione è impervio e faticoso per via delle alte montagne, ma i pellegrini accorrono in gran numero durante ogni periodo dell'anno per celebrare la piccola immagine della Vergine considerata fonte inesauribile di miracoli da più di tre secoli. Gli abitanti di Talpa ricevono i pellegrini a braccia aperte con incondizionato spirito di ospitalità e gran parte dell'economia della cittadina si basa appunto sul turismo religioso e sull'accoglienza dei fedeli. Nei numerosi negozietti che circondano la piazza della basilica si possono trovare le specialità locali: rollos (rotoli) di guayaba e di altra frutta stagionale e il rompope, tipico liquore a base di uovo, cannella, vaniglia e mandorla, bevanda ristoratrice per turisti e pellegrini.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Un grazie per i vostri meravigliosi racconti.
Buon vento.
Tomas e Tatiana

S. ha detto...

Grazie a voi che ci seguite! Prometto a breve un nuovo post... giusto il tempo di scriverlo e di trovare un collegamento internet per pubblicarlo.

a presto

S. ha detto...

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