25 gennaio 2008. Partiamo presto da San Blas, ma la strada è tutta una buca così Francesco è costretto a rallentare in continuazione. Passiamo in mezzo ai campi, tra alberi di mango e piccoli impianti per l'allevamento di gamberetti, che vengono venduti agli incroci da alcuni sorridenti ambulanti (1Kg per l'equivalente di 5 euro!!). La mappa che abbiamo è piena di errori, così sbagliamo strada un paio di volte prima di arrivare a Santiago Ixcuintla dove abbiamo previsto una breve sosta per visitare il Centro Huichol. Facciamo una passeggiata in piazza, entriamo nella splendida iglesia e poi uno zelante agente di polizia ci accompagna fino a destinazione.
Il Centro Huichol deve aver visto tempi migliori... sembra che non ci venga nessuno da anni; entriamo fiduciosi e infatti due simpatiche signore ci mostrano i pezzi di artigianato in vendita e iniziamo una piccola trattativa per acquistare qualche rarità.
Riprendiamo il viaggio e dopo una trentina di chilometri siamo all' imbarcadero per l'Isla Mexcaltitlan, situata nell'omonima laguna. Quest'isola è considerata la "culla della messicanità", si pensa addirittura che si tratti della leggendaria città di Aztlan, da cui partì la migrazione azteca che culminò con la fondazione dell'impero di Tenocthitlan. Sull'isola risiedono circa 1500 persone, non ci sono auto e gli abitanti vivono pescando nella sterminata laguna circostante, che inoltre, ospita migliaia di volatili. Affittiamo una lancia con barcaiolo e dopo appena un quarto d'ora siamo in vista dell'isola:
Riprendiamo il viaggio e dopo una trentina di chilometri siamo all' imbarcadero per l'Isla Mexcaltitlan, situata nell'omonima laguna. Quest'isola è considerata la "culla della messicanità", si pensa addirittura che si tratti della leggendaria città di Aztlan, da cui partì la migrazione azteca che culminò con la fondazione dell'impero di Tenocthitlan. Sull'isola risiedono circa 1500 persone, non ci sono auto e gli abitanti vivono pescando nella sterminata laguna circostante, che inoltre, ospita migliaia di volatili. Affittiamo una lancia con barcaiolo e dopo appena un quarto d'ora siamo in vista dell'isola:
La città è minuscola e graziosa. Iniziamo così ad esplorare quella che gli abitanti della zona chiamano "la Venezia Messicana" e ci perdiamo nelle viuzze polverose ombreggiate dalle bouganville. Seduti di fronte a casa i pescatori aggiustano le reti chiacchierando e sorridendo ai passanti, i bambini si rincorrono nella piazza e una signora pubblicizza ad alta voce i suoi budini di riso. La sensazione è quella di essere stati catapultati in un altro mondo... come passare una giornata dentro ad un romanzo di Garcìa Marquez.
Ci fermiamo per pranzo in uno splendido ristorantino affacciato sulla laguna e assaggiamo le specialità della casa: albondigas en caldo (frittelline tonde di pasta di gambero in brodo), pescado sarandeado e ancora camarones alla matequilla (gamberetti al burro). Intorno a noi decine di uccelli acquatici si riposano o pescano.
Nella laguna inoltre vive una cospicua comunità di pellicani bianchi:

E poi ancora altre specie di aironi:
Poi, dopo aver mangiato, Nussi getta in acqua un pezzetto di tortilla per vedere se ci sono dei pesci nell'acqua fangosa della laguna e incredibilmente decine di pesci gatto fanno a gara per ingozzarsi di cibo!
Prima di ritornare all'auto diamo un'occhiata al minuscolo museo archeologico nella piazza e poi riprendiamo la lancia. Decidiamo di provare a raggiungere Mazatlan, certo mancano ancora 200Km, ma possiamo utilizzare la nuova autopista a pagamento che è appena stata inaugurata. La strada infatti è nuova di zecca e deserta, incontriamo solo pochi camiones e qualche auto più veloce di noi. Intorno sempre lagune di cui non vediamo la fine e piantagioni di agave e cocomeri. Al tramonto vediamo le luci di Mazatlan in lontananza e un'ora dopo siamo già in centro per una passeggiata e un aperitivo.
26 gennaio 2008. Mazatlan è una città piena di colori. Ricorda un po' Lisbona con i vicoli in salita che si arrampicano su per le colline e le piastrelle decorate sulle facciate delle case. La zona vecchia è recentemente stata rimessa a nuovo e i turisti si affollano nei ristorantini in stile europeo. Andiamo a vedere il museo archeologico e poi il teatro della città che è stato ristrutturato dopo più di 10 di abbandono ed ora è splendido.
La giornata trascorre tranquilla anche se purtroppo il cielo è coperto, così non possiamo goderci le spiaggie che ci dicono siano bellissime. Ecco una foto della playa Olas Altas:

La zona a nord, chiamata Zona Dorada è la parte più turistica della città: qui sorgono i grandi alberghi e le strade sono affollate di gringos che fanno shopping. Ci facciamo solo un giro veloce in auto e poi scappiamo via in fretta diretti al mercato coperto nel centro: qui si può trovare di tutto, dal cibo ai vestiti e la qualità sembra eccellente. Ovviamente è un luogo affollatissimo, chi mangia, chi vende, chi suona, chi compra... come una festa di paese permanente in un turbine di autobus e clacson assordanti. Decidiamo di trascorrere il pomeriggio in relax: esploriamo alcune piccole gallerie d'arte e poi beviamo l'ultima margarita seduti ad uno dei tanti bistrot in una delle piazzette del centro prima di andare a cena. Domani torneremo a La Cruz.
La zona a nord, chiamata Zona Dorada è la parte più turistica della città: qui sorgono i grandi alberghi e le strade sono affollate di gringos che fanno shopping. Ci facciamo solo un giro veloce in auto e poi scappiamo via in fretta diretti al mercato coperto nel centro: qui si può trovare di tutto, dal cibo ai vestiti e la qualità sembra eccellente. Ovviamente è un luogo affollatissimo, chi mangia, chi vende, chi suona, chi compra... come una festa di paese permanente in un turbine di autobus e clacson assordanti. Decidiamo di trascorrere il pomeriggio in relax: esploriamo alcune piccole gallerie d'arte e poi beviamo l'ultima margarita seduti ad uno dei tanti bistrot in una delle piazzette del centro prima di andare a cena. Domani torneremo a La Cruz.
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