giovedì 31 dicembre 2009

Diario dicembre 2009: El golfito (Costa Rica) - Puerto Chiapas (Mexico)

Ecco una mappetta con la rotta che abbiamo percorso nel mese di dicembre per un totale di 970 miglia nautiche:




1 dicembre 2009

Partenza da El Golfito diretti a nord. Partiamo dal Golfito alle 12 dopo le ultime compere in paese e dopo aver fatto qualche prova di propulsione con il motore, che dopo quasi 2 mesi di inattivita' ci mette un pochino ad ingranare. Alla boa di ingresso/uscita del porto ci attende una lancia della Capitania che controlla la nostra partenza come avevamo preannumciato ieri per ottenere lo zarpe nacional con destino Puntarenas, Costa Rica.



Quando siamo fuori dal porto tiriamo su randa e genoa e passiamo il pomeriggio a fare dei bordi di bolina nel grande Golfo Dulce, il vento e' contrario, ma benevolo, intorno ai 15 nodi e si va che e' una bellezza, malgrado le continue virate! All'uscita del golfo il vento aumenta improvvisamente oltre i 20 nodi e Damiana come al solito prende il volo, cosi' dopo le mie continue suppliche per rallentare un po', il Capitano decide di dare una mano di terzaroli... per altro senza alcun risultato visto che la nostra velocità non diminuisce nemmeno di mezzo nodo, sigh. Per cena Francesco si cucina dei fagiolini al vapore, io preferisco non mangiare nulla perche' visto che ancora non ho alcun sentore di mal di mare, e' meglio non stimolarlo con lo stomaco pieno! Nella notte soliti turni, Francesco dalle 18 a mezzanotte, io da mezzanotte alle 6.


2 dicembre 2009

Navigazione verso Puntarenas.
Poco prima dell'alba il vento muore e poi d'improvviso cambia direzione (ora viene da nord-ovest, prima da sud-est) e intensita', oltrepassando i 20 nodi con scrosci di pioggia fortissimi. Sveglio Fra per vedere se terzarolare, ma il Capitano decide che con una pioggia cosi' e' meglio aspettare alla cappa e cosi' fino alle 7 ce ne stiamo tranquilli in attesa di una schiarita.
I nuvoloni passano veloci cosi' come erano venuti e con poco vento contrario ricominciamo la navigazione verso nord... la nostra velocità e' minima, 3,5 nodi, ma sempre meglio di niente. Nel pomeriggio per la prima volta in molti mesi il sole esce dalle nuvole e non ci sembra reale, il mare e' tranquillissimo, Damiana continua la sua corsa di bolina a 40 gradi e noi ci facciamo asciugare dall'umidita' accumulata! Il sole batte talmente forte che i pannelli solari producono al massimo e dopo qualche ora abbiamo la batteria completamente carica. Purtroppo invece, quello che ci preoccupa e' il motore: sembra che abbiamo un problema con la pompa dell'acqua di raffreddamento perche' il getto in uscita non e' abbondante e a volte proprio si blocca, uff.
Il Capitano va a fare un sonnellino, io me ne sto al timone preparando altri fagiolini per cena e occupandomi delle cerate fradice dopo l'acquazzone mattutino. Per cena frittatone con cipolla e fagiolini freschi. Nella notte soliti turni, navigazione super tranquilla con una luna piena gigante.


3 dicembre 2009

Navigazione verso nord e sosta a Bahia Herradura.
Appena sveglio Fra decide di dare un'occhiata alla pompa dell'acqua del motore e scopre che uno dei tubi e' mezzo bucato. Cosi' ne vado a prendere un pezzo di riserva, lo sostituiamo e ora sembra funzionare un pochino meglio, ma sempre in maniera discontinua. Il vento crolla in mattinata, aspettiamo alcune ore alla deriva, ma niente, cosi' arrotoliamo il genoa e accendiamo il motore per un'oretta. Nel pomeriggio si alza una leggera brezza e finalmente siamo di lasco, anche troppo visto che l'angolo e' a 140 gradi e facciamo fatica a tenere Damiana che vorrebbe continuamente strambare. Verso le 15 si inizia ad intravedere la costa del Golfo di Nicoya e pensiamo che ci piacerebbe fermarci per la notte in uno dei molti ancoraggi se il vento ce lo consente.


Facciamo un'altra oretta a motore per raggiungere Bahia Herradura prima del tramonto. Qui c'e' una piccola marina con decine di motoscafi da pesca che sfrecciano da destra e da sinistra facendoci ballare con delle onde sproporzionate, grrr non li sopporto proprio!


Quando arriviamo di fronte alla spiaggia e sto per buttare l'ancora scopro che la leva che serve ad operare il nostro arganetto salpa ancore e' sparita dal vano... unica ipotesi e' che ce l'abbiano rubata al Golfito! Nooo! Mi prende una rabbia tale che per la delusione ho una crisi di pianto. Ci sono rimasta proprio male, anche perchè questa e' una cosa che solo un altro barcaiolo puo' averci rubato, probabilmente qualcuno con il nostro stesso modello di salpa ancore... ma dico io, se ti sei perso la leva del verricello, perche' non vai da un fabbro e ti compri un pezzo di tubo di diametro corrispondente piuttosto che rubarlo a noi?? Vabbe', butto l'ancora a mano in 10 metri pensando a come la tirero' su domattina senza verricello... mi sono abituata troppo bene! Per cena preparo una carbonara, mentre Fra riesce ad adattare un pezzo di tubo metallico dalla pompa del bagno per utilizzarlo al posto della leva perduta anche se e' solo una soluzione temporanea. Siamo belli stanchi e dormiamo come sassi malgrado le ondone da sud-ovest che arrivano dritte dritte nell'ancoraggio, se avessimo un monoscafo staremmo rollando come matti, meno male che Damiana non ci fa caso e ci culla dolcemente.
Ci abbiamo messo tre giorni per percorrere 170 m/n... pazzesco, mai avuta una media cosi' scandalosa!


4 dicembre 2009

Navigazione da Bahia Herradura a Punta Leona, playa Manta.
Partiamo presto verso le 7.30, l'ancora si fa tirar su senza problemi (non c'e' una bava di vento) e la mancanza della leva non si fa sentire per ora! Tre uccelletti prendono un passaggio sulla punta dello scafo di destra, bellini da morire!


Ce ne stiamo tutta la mattina alla deriva nel Golfo di Nicoya, vediamo altre barche a vela motorare verso Puntarenas... verso le 13, stremati dalla mancanza di vento, decidiamo di fermarci a Punta Leona e ci ancoriamo nella splendida baia in 5 metri sperando di vedere delle mante, che secondo la guida nautica verrebbero qui in dicembre per svezzare i loro piccoli! Nemmeno un'ora dopo il nostro arrivo si alza un bel venticello sostenuto da sud-ovest con raffiche anche oltre i 20 nodi, uff! Almeno non si muore di caldo. Fra si butta in acqua ed inizia il paziente lavoro di pulire il fondo di Damiana che dopo quasi due mesi al Golfito e' a dir poco lurido! Peccato pero' che l'acqua non sia limpida: ci hanno assicurato che in febbraio qui l'acqua sara' trasparente, ma per ora la stagione delle piogge e' terminata da troppo poco e l'oceano e' pieno di detriti e spazzatura. Io procedo nell'impresa infinita di pulizia delle muffe sottocoperta che malgrado l'aceto, il bicarbonato, i prodotti anti-hongos, continuano bellamente a riformarsi ovunque.



Passiamo il resto del pomeriggio occupandoci del motore: Fra smonta il filtro dell'acqua e lo puliamo, poi puliamo i tubi e finalmente dopo qualche tentativo il getto d'acqua in uscita e' soddisfacente. In ogni caso la retina del filtro dell'acqua si e' corrosa per l'usura (chissa' da quanto stava la', probabilmente mai stata cambiata) e andra' presto sostituita, vedremo cosa riusciremo a trovare a Puntarenas. Soddisfatti per avere piu' o meno aggiustato il motore ci beviamo un drinkino in pozzetto con una guacamole appena fatta come stuzzichino. Per cena stufato di cavolo rosso con carote, fagioli refritti messicani e guacamole. Nella notte piove a dirotto, in poche ore facciamo piu' di 50 L. e ce ne sarebbe di piu', ma non abbiamo altri contenitori!


5 dicembre 2009

Punta Leona, Playa Manta. Decidiamo di fermarci qui un altro giorno, un po' perche' io ho un attacco di emicrania, un po' perche' il posto ci sembra cosi' tranquillo... le ultime parole famose! Dal resort sulla spiaggia iniziano a sparare musica a tutto volume fino dal primo mattino e durante il giorno e' tutto un continuo vai e vieni di moto d'acqua, motoscafi, pedalo'... insomma, altro che posto tranquillo, ci credo che non siamo riusciti a vedere nemmeno una manta! Se ne saranno andate in una baia meno frequentata! E pensare che ieri non c'era nessuno. I soliti uccelletti giocano con Damiana per tutto il giorno. Visto che abbiamo tutta quest'acqua io faccio il bucato, mentre Fra prepara il pane e sottocoperta con il forno acceso abbiamo 36 gradi... un incubo, pero' che buono il pane fresco! Per cena un spaghettata con la bottarga giapponese regalataci dalla nostra amica Naomi.




6 dicembre 2009

Navigazione da Playa Manta a Isla Cedros.
Partiamo verso le 8 salutati dai nostri cari uccelletti. Pochissimo vento, teniamo il motore acceso per un'oretta, anche per testarlo un po' e vedere se ancora la pompa dell'acqua si incanta. Verso le 10 arriva un po' di vento, una decina di nodi, ma siamo di bolina stretta a 35 gradi purtroppo.


Quando siamo vicini all'sola Cedros il vento gira e ci godiamo un bel traverso a 90 gradi che ci consente di oltrepassare una zona di forti correnti di marea (anche a 4 nodi) che sono caratteristiche di questo golfo e che portano con se' ogni tipo di basura, tra cui montagne di plastica, ma soprattutto tronchi giganti e anche interi alberi mezzo sommersi... brr, ne schiviamo alcuni con il fiato sospeso non volendo ripetere l'esperienza di urtarne uno. Arriviamo all'isola Cedros verso le 13, ancoriamo in 6 metri con la bassa marea. Sulla spiaggia poco distante vediamo pescatori che si rilassano prima della pesca notturna e nel canale di fronte si apposta una motovedetta della Guardia Costiera Costarricense. Passiamo il pomeriggio a cucire: Fra aggiusta una tasca porta-cime del pozzetto, io una tasca porta-cose sottocoperta. Per cena pollo al curry e padellata di carote, patate e piselli. Verso le 20 usciamo a vedere le stelle, che in questo ancoraggio deserto e senza luna sono meravigliose. Ci sdraiamo a prua e passiamo un'oretta cosi', facendo a gara a chi vede piu' stelle cadenti!


7 dicembre 2009

Navigazione da Isla Cedros a Isla San Lucas. Partiamo verso le 8 con zero vento e una corrente di marea fortissima, tanto che con il motore a 1000 giri non riusciamo ad avanzare e ci tocca metterlo a 2000. Il vento non ne vuole sapere di iniziare a soffiare un po', cosi' tristemente proseguiamo a motore, anche perche' la corrente ci farebbe finire contro le rocce. Vediamo altre barche a vela "motorare" in lontananza. Tiriamo su la randa e apriamo il genoa, ma nulla, nemmeno un alito, nemmeno una brezzolina leggera... Decidiamo di fermarci ad Isla San Lucas, dopo aver percorso 7 miglia a motore, unica nota positiva e' la batteria carica al 100% che ci consentira' di vedere qualche film questa sera! Ci ancoriamo nella baia tranquilla in 3 metri con la bassa marea, cercando di tenerci distanti dalle case galleggianti dei pescatori, giusto per avere un po' di privacy.


Passiamo il pomeriggio cercando di resitere al gran caldo e facendo lavoretti di manutanzione varia. Poi Fra prepara il pane ed io un sugo con pomodoro fresco e capperi con cui condiremo le penne integrali per cena. Verso sera si alza un po' di brezza da ovest, cosi' almeno riusciamo a dormire senza soffrire troppo il caldo.


8 dicembre 2009

Isla San Lucas. Ci svegliamo alle 7 e passiamo qualche ora in faccende varie e letture. Poi, verso le 10 prendiamo il barchino e scendiamo a terra per vedere se e' possibile visitare il penitenziario abbandonato per cui quest'isola e' tristemente famosa qui nella zona. Dal 1873 al 1991 infatti l'isoletta era adibita a colonia penale di massima sicurezza per i piu' pericolosi criminali del Costa Rica. I resti del carcere sono ancora qui ed e' possibile visitarli, anche grazie a nuovi progetti di sviluppo turistico (fino a qualche anno fa infatti, scendere a terra e gironzolare tra i ruderi era proibito).


Un omino, forse il custode, ci dice che avremmo dovuto pagare il biglietto al Banco Nacional in citta' e ci dice che sarebbero 10 dollari a testa. Gli spieghiamo che non abbiamo soldi con noi e che dovremmo andare a Puntarenas ad un cajero automatico, cosi' ci fa passare con un sorriso e ci dice che fa lo stesso. Meno male! Visitiamo il penitenziario che sta letteralmente cadendo a pezzi, ma sembra che in qualche modo stiano cercando di ristrutturarlo.




Sulle pareti delle celle troviamo alcuni graffiti proprio belli, eccone alcuni:




Poi prendiamo un sentierino nella foresta e in una mezz'ora arriviamo dall'altra parte dell'isola, con le sue spiagge deserte.


Prima di riprendere il barchino sul sentiero che porta la molo troviamo questo meraviglioso presepe allestito con tutto cio' che il mare lascia sulle spiagge dell'isola. Un ottimo modo per dare nuova vita a tutta questa basura!


Verso le 12 torniamo in barca, fa troppo caldo, l'unico modo di sopravvivere e' starsene in pozzetto all'ombra del parasole. Ci cuciniamo una zuppettina calda che di solito e' un ottimo modo per sopportare le ore piu' infuocate della giornata, e infatti, dopo, ci sentiamo meglio e passiamo il resto del pomeriggio a far manutanzione alternando momenti di relax. Per cena Fra prepara un ottimo pure' di yucca a cui aggiungiamo una scatola di carne che sembra cotechino e una padellata di chayote con le carote.


9 dicembre 2009

Da Isla San Lucas a Puntarenas. Presto, verso le 7 partiamo perche' dobbiamo essere a Puntarenas nell'ultima ora di alta marea, se no, non si riesce piu' ad entrare nel porto. La distanza e' solo di 3 miglia, cosi' le percorriamo a motore mentre provo inutilmente a chiamare lo yacht club per avere un pilota che ci guidi nell'intrico di secche e relitti sommersi non segnalati. Finalmente, quando ormai siamo già a metaà strada, lo yacht club risponde e in meno di 5 minuti arriva una panga amarilla che ci porta a destinazione e due ragazzotti ci aiutano pure ad ormeggiarci ad una delle tante boe. Vorremmo fermarci qui 3 giorni, giusto il tempo di fare le formalita' burocratiche di uscita dal Costa Rica e rimpinguare un po' la cambusa, anche perche' diciamocelo, il posto non e' poi tutta questa meraviglia e poi e' pure un po' caro. Cosi' prendiamo un autobus e andiamo in centro a vedere che cosa offre la cittadina, il caldo e' memorabile. Quando torniamo allo yacht club ci concediamo un'oretta a mollo nella piscinetta in riva al molo prima di tornare in barca e cenare con tacos di pollo e verdure piccanti.




10 dicembre 2009

Puntarenas.
Ci svegliamo presto visto che oggi sara' una giornata bella intensa. Dobbiamo iniziare la trafila burocratica per avere il nostro Zarpe per il Messico e in Costa Rica sembra essere piu' complicato del solito. Per prima cosa passiamo quasi due ore in banca per effettuare un pagamento al governo, c'e' una fila pazzesca, ma almeno hanno pensato di mettere parecchie sedie per aiutare i clienti nell'attesa e poi c'e' l'aria condizionata e cio' non e' per niente male. Poi dobbiamo andare alla Municipalidad di Puntarenas per pagare un'altra non meglio specificata gabella, per fortuna le cifre non sono molto alte e con meno di 40 euro ce la caviamo. Per completare la trafila bisogna andare nel porto vicino, a Caldera, dove ci sono la Capitania e la dogana, ma ce ne occuperemo domani. Ora dobbiamo trovare una soluzione per il filtro dell'acqua del motore, cosi' dopo aver girato tutte le ferreterias di Puntarenas, finalmente incontriamo una retina di plastica che potrebbe fare al caso nostro. Torniamo in barca e Fra passa il resto del pomeriggio a costruire un filtro ex-novo, ma in plastica stavolta, cosi' non avremo piu' problemi di ruggine o ossidazioni. Il risultato e' sorprendente, lo montiamo e il motore sembra felice del cambio, visto che il getto d'acqua in uscita ci pare migliorato, anche se non ancora perfetto.
Per cena un bel frittatone con i fagiolini freschi.


11 dicembre 2009

Puntarenas.
Di buon mattino prendiamo l'autobus per il porto di Caldera, distante solo 14 chilometri, fattosta' che tra le varie fermate a richiesta e l'avanzata eta' del mezzo, di locomozione ci mettiamo quasi un'ora! Poco male, cosi' abbiamo tempo di vedere il paesaggio e far due chiacchiere con i passeggeri. Alla Capitania di Caldera una gentilissima impiegata ci manda in dogana per un ultimo documento e dopo un'oretta e mezzo siamo spicci con il nostro Zarpe Internacional per Huatulco, Mexico. Torniamo a Puntarenas con il bus, facciamo uno spesone nell'unico supermercato della cittadina e poi torniamo in barca perche' ancora ci mancano le taniche dell'acqua da riempire e da svuotare nel tanicone centrale e poi riempire di nuovo per l'acqua potabile.
Per le 18 abbiamo finito e siamo stremati per il gran caldo, per cena una pasta con panna prosciutto e funghi.


12 dicembre 2009

Da Puntarenas a Isla San Lucas. Presto al mattino torniamo in paese per fare un altro po' di spesa e poi ci fermiamo al molo per riempire d'acqua le nostre tre doccette solari, una sessantina di litri d'acqua dolce con cui fare abluzioni nelle prossime settimane! Quando siamo pronti a partire e' gia' mezzogiorno, cosi' decidiamo di fermarci per un altro giorno a Isla San Lucas a tre miglia di distanza. Ci ancoriamo nello posto di qualche giorno fa e finiamo di preparare Damiana per il viaggio: leghiamo bene i parabordi, controlliamo le cime e le sartie volanti, mettiamo a posto sottocoperta. Poi ci godiamo questo splendido tramonto con un drink all'arancia seduti in pozzetto. Per cena cavolfiore (da quanto non ne mangiavamo!!) al vapore e peperoni ripieni.



13 dicembre 2009

Isla San Lucas. Nella notte io mi sento poco bene, forse per colpa dei peperoni, mah? Cmq al mattino mi sveglio con una forte emicrania e si decide di rimandare la partenza a domani. Mentre me ne sto al buio sottocoperta, il Capitano lava Damiana con acqua di mare e olio di gomito, cosi' quando riesco ad alzarmi verso le 14, quasi non la riconosco così bianca e splendente sotto il sole! Passiamo il pomeriggio parlando della rotta e studiando eventuali ancoraggi d'emergenza in caso di vento forte. Infatti questa e' la stagione dei Papagayos (o gap winds), venti che da nord-est possono soffiare anche per giorni con raffiche ben oltre i 40 nodi, speriamo bene! Per cena due spaghi alla bottarga giapponese.


14 dicembre 2009

Navigazione verso nord. Partiamo verso le 7 e appena usciti dalla baia il pilota automatico inizia ad avere dei problemi. Proviamo a lavarlo con acqua dolce e sembra migliorare. Tiriamo su le vele e improvvisamente arriva una sventilata da nord-est con raffiche oltre i 25, cosi' Damiana prende il volo, meno male che siamo al traverso. Io come sempre vorrei terzarolare almeno una mano, ma il Capitano decide che non serve e meno male visto che dopo 10 minuti il vento muore e siamo alla deriva in mezzo al golfo di Nicoya in una zona di correnti da cui dobbiamo uscire a motore. Nel pomeriggio vento da sud-ovest a 15-18 nodi, cosi' siamo di bolina stretta a 35 gradi a far dei bordi in un turbine pazzesco con Damiana che corre a 8-9 nodi di velocità. Io di nuovo vorrei terzarolare, giusto per rendere la corsa piu' confortevole, ma visto che ancora non c'e' molta onda proviamo a tenerla così. La scelta si rivela azzeccata e per le 17 siamo fuori dal golfo e di lasco finalmente! Per cena tonno fagioli e cipolla. Fra fa il primo turno (18.00-00.00) e tutto procede tarnquillo. Durante il mio, il vento cambia completamnete direzione, da sud-ovest a nord-est, cosi' sono costretta a sveglaire Fra per aiutarmi a strambare. Nel corso della notte poi il vento aumenta inaspettatamente ed improvvisamente con raffiche oltre i 30 nodi, cosi' il Capitano decide che ci mettiamo alla cappa e finiamo di riposare, poi domattina con il sole si vedra'.


15 dicembre 2009

Navigazione verso nord con sosta a Bahia Brasilito.
All'alba il vento soffia ancora con raffiche oltre i 30, e' sicuramente un Papagayo! Riprendiamo la navigazione con 2 mani di terzaroli e un fazzoletto di genoa, quando il pilota automatico smette di funzionare. Proviamo a spegnerlo e riaccenderlo, a lavarlo, ma niente. Ci rimettiamo alla cappa per smontarlo e vedere cosa c'e' che non va. Appena lo stacchiamo dal timone una miriade di palline di metallo si sparge per il pozzetto....noooo, sono i cuscinetti a sfera del pilota, si e' proprio rotto allora. Poco male, ne abbiamo uno nuovo di riserva, cosi' mentre io "scavo" nella cabina di poppa per tirarlo fuori, Fra smonta la ruota del timone. Dopo un'oretta di lavoro il nuovo pilota e' pronto e possiamo riprendere la navigazione. Accendiamo anche il motore per ricaricare un po' la batteria e ancora abbiamo dei problemi con il getto dell'acqua di raffreddamento. Decidiamo di fare una sosta tecnica a Bahia Brasilito dove arriviamo giusto prima del tramonto sempre di bolina, sempre con il solito fastidioso Papagayo. Per cena una pasta al pomodoro veloce e dei fagiolini. Nella notte soffia ancora come un pazzo, forse anche piu' di ieri!


16 dicembre 2009

Navigazione da Bahia Brasilito a Playa Hermosa.
Partiamo alle 7 dopo aver ascoltato la NET per le previsioni che annunciano altri venti forti per oggi. Per ora e' tutto tranquillo, cosi' ce la prendiamo con calma e decidiamo di raggiungere una bahia distante solo una quindicina di miglia.


Passiamo la mattinata a fare dei bordi nell'ampio Golfo de Papagayo e improvvismante poco dopo mezzogiorno il vento aumenta e, come ieri, ci ritroviamo con due mani di terzaroli e la trinchetta di bolina. Se penso che mancherebbero poche miglia all'ancoraggio e invece siamo qui a fare dei bordi... meno male che non siamo soli! Un'altra barca a vela dietro di noi lotta con le raffiche! Quando mancano 3 miglia all'ancoraggio il vento crolla, allora accendiamo il motore anche perche' il tramonto e' dietro l'angolo. Improvvisamente pero' il vento riprende piu' forte di prima, tanto che con il motopre al massimo dei giri non riusciamo a muoverci: l'unica soluzione e' aprire la trinchetta e recuperare un po' di velocita' per raggiungere l'ancoraggio. Ripieghiamo su una baia meno bella forse, ma ben protetta e piu' vicina di quella che avevamo scelto inizialmente. Ancoriamo giusto 5 minuti prima del buio completo in 8 metri, mentre il vento non accenna a smettere. Per cena ci facciamo una padellata di pollo e patate al rosmarino.

17 dicembre 2009
Navigazione da Playa Hermosa a Bahia Potrero Grande. Dormiamo fino quasi alle 8, un record! La NET oggi si sente male e non riusciamo ad avere nessuna notizia sul meteo. Decidiamo comunque di spostarci un pochino piu' a nord. Il vento rimane costante intorno ai 10-12 nodi per tutto il giorno anche se continua a cambiare direzione, cosi' dobbiamo regolare le vele e non perdere d'occhio Damiana che vorrebbe virare e strambare a modo suo!
Verso le 16 arriviamo in un ancoraggio molto bello, una bahia nascosta tra le preferite dalle tartarughe, infatti ne vediamo una poco prima di buttare l'ancora. Il paesaggio e' desertico, l'acqua trasparente, ci sembra quasi il Mare di Cortez e non ci pare vero! Finalmente siamo soli senza resorts, turisti, barche da pesca... cogliamo l'occasione per fare un bel bagno rinfrescante e una doccia con acqua dolce in coperta. Fossero tutte cosi' le giornate! Per cena tacos vegetariani con chayote, carota e fagioli refritos mexicani. Nella notte vediamo pescatori con un grosso faro e dei retini... ci sorge il dubbio che stiano andando a caccia di tartarughe... Per la prima volta in molti mesi nella notte la temperatura scende fino a 24 gradi e riuciamo a dromire senza soffrire il caldo.

18 dicembre 2009
Navigazione da Bahia Potrero Grande a Bahia Murcielagos. Partiamo alle 6.30, vorremmo fare un po' di miglia oggi, ma dopo un paio d'ore di calma quasi piatta, inizia a soffiare un Papagayo di quelli forti davvero con raffiche ben oltre i 30 nodi. Anche se ci siamo spostati di poco, pensiamo sia meglio ancorarci a ridosso di un grosso picco, anche perche' il motore continua ad avere dei problemi con l'acqua di raffreddamento e dobbiamo smontare del tutto la pompa per vedere se dentro e' tutto a posto. Ci ancoriamo in 5 metri in una graziosa baia dall'acqua finalmente limpida e ci occupiamo subito della pompa dell'acqua del motore. Una volta aperta vediamo subito qual e' il problema: si e' rotto l'impeller, meno male che ne abbiamo un tot di ricambio, cosi' lo sostituiamo e ora il getto d'acqua e' perfetto! Finalmente siamo riusciti a capire cosa non andava! Malgrado le raffiche fa molto caldo, cosi' Francesco fa un lungo bagno in mare andando ad esplorare la barriera corallina; al suo ritorno raccontera' di aver visto una tartaruga dormire sul fondo del mare... ma pensa te! Io nel frattempo, mi dedico all'inventario del cibo e passo il pomeriggio "sepolta" nella stiva di prua tra scatolette di verdura e pasta scaduta da consumare al piu' presto! Il vento non ne vuole sapere di calmarsi e con la radio non riusciamo ad avere il meteo per il prossimi giorni, tutte le frequenze sono disturbate. Verso il tramonto, se possibile, le raffiche aumentano ancora, ne misuriamo alcune oltre i 40 nodi. Inizialmente siamo un po' preoccupati per la tenuta dell'ancora, ma Francesco la va a vedere sott'acqua e dice che e' settata benissimo; teniamo cmq acceso il gps sottocoperta con l'allarme, se per caso durante la notte dovesse scartare indietro. Per cena ci facciamo una frittata con spinaci e patate. Il generatore eolico carica molto bene con questo vento, cosi' ci guardiamo un filmetto prima di andare a letto.
19-20-21 dicembre 2009
Bahia Murcielagos. Giornate di sosta forzata al riparo del Cerro Sant'Elena. I Papagayos soffiano infuriati con raffiche ben oltre i 40 nodi. Passiamo il nostro tempo in faccende sempre rimandate e ascoltando le Net per le previsioni meteo. I rangers del Parco Nazionale vengono a farci visita e noi spieghiamo loro che stiamo aspettando che il vento si calmi un po' per riprendere la nostra rotta verso il Messico, promettiamo che non pescheremo e che non scenderemo a terra, tanto con questa bufera chi ne avrebbe voglia?


22 dicembre 2009
Da Bahia Murcielagos (Costa Rica) navigazione verso nord, destinazione Messico. Quando ci svegliamo verso le 7 fuori soffia ancora oltre i 30 con raffiche davvero arrabbiate. Alla NET dicono che dovrebbe migliorare in giornata, cosi' decidiamo di aspettare qualche ora e vedere come va. Alle 8 ci si affianca una panga con i rangers del Parco Nazionale: vogliono che ce ne andiamo immediatamente, in alternativa possiamo pagare 15 dollari a testa per ogni giorno che abbiamo passato qui. Spieghiamo loro che stiamo solo aspettando un miglioramento delle condizioni meteo, ma non vogliono sentir ragioni: o sloggiamo subito o sganciamo il dinero. Sono davvero arrabbiata, invece che andare a scocciare i turisti si preoccupassero piuttosto delle decine di pescatori di frodo che notte e giorno catturano le tartarughine e i pesci protetti proprio qui nel Parco, li abbiamo visti pure noi! Cosi' ce ne andiamo, mentre i rangers ci osservano dalla loro imbarcazione. Sperando che il pranzo di Natale rimanga loro sullo stomaco cerchiamo di salpare l'ancora, il vento e' talmente furioso che e' difficile anche fare qualche metro con il motore al massimo. Mentre usciamo dalla baia tiriamo su un fazzoletto di randa con tre mani di terzaroli e apriamo la trinchetta... meno male che almeno siamo al traverso, quasi di lasco, cosi' Damiana corre a 7-8 nodi tra le onde e in poche ore la costa scompare alle nostre spalle. Nel pomeriggio il vento gradualmente diminuisce e riusciamo a tirar su la randa completa prima che faccia buio e ad aprire il genoa per mantenere un po' di velocita'. Meravigliosa andatura di gran lasco a 130 gradi, si sta benissimo... se penso che stamattina stavamo in piena burrasca, brrr. Al tramonto decine di delfini nuotano con noi e il mare cosi' calmo adesso ci sembra bello come mai prima d'ora.


Per cena ci facciamo una spaghettata con acciughe e zenzero. Nella notte soliti turni, molte stelle cadenti e vento piu' meno costante sui 10 nodi da est. Si va che e' una bellezza e ormai dovremmo aver passato il Nicaragua ed essere quasi all'altezza dell'Honduras!


23 dicembre 2009
Navigazione verso nord. Delfini ci salutano per colazione, mentre il vento gira ed ora ce l'abbiamo quasi in faccia di bolina larga a 50 gradi. Il mare e' piatto piatto e si va benissimo, Damiana prosegue tranquilla, il vento contrario ci rinfranca dal gran caldo. Nelle ultime 24 ore abbiamo percorso 134 m/n, speriamo continui cosi', anche meglio se possibile! Nel pomeriggio il vento gira e siamo di nuovo al traverso, che magnifica andatura. Vediamo decine di tartarughe e delfini nuotare intorno a noi. Poco prima del tramonto il vento crolla: bonaccia completa, il mare e' come d'olio e noi alla deriva con le vele che non riescono nemmeno a sbattere. Per cena asparagi con le uova. Nella notte soliti turni e poco vento da ovest, cosi' siamo di bolina a 40 gradi, ma senza onda si va bene e manteniamo una buona velocita' sui 5-6 nodi.




24 dicembre 2009
Navigazione verso nord. Il vento non e' cambiato, costante da ovest. Peccato, dovremo fare dei bordi per restare in rotta e alla misera velocita' di 3 nodi ci vorra' ancora un bel po' prima di arrivare a destinazione! Vediamo tartarughe ovunque, poverette, si spaventano molto al nostro passaggio e si inabissano veloci! La giornata trascorre lentamente sempre di bolina a 40 gradi, sempre continuando con i bordi. La costa dell'Honduras si intuisce in lontananza, forse per domani vedremo i vulcani de El Salvador. Per cena tonno, fagioli e cipolla. Molti delfini al tramonto. Nella notte soliti turni con auguri di Buon Natale nel cambio delle guardia.


25 dicembre 2009 Natale.
Navigazione verso nord. Al mattino presto chiamiamo con il telefono satellitare i parenti in Italia per gli auguri di rito e il Natale con la neve ci sembra quasi surreale dopo quattro anni di festivita' al caldo... un po' di freddo ogni tanto non guasterebbe! Mattinata tranquilla con delfini e tartarughe e il solito venticello da ovest, sempre di bolina a 40 gradi. Per pranzo ci facciamo una bella porzione di tortellini in brodo.


Nel pomeriggio il vento aumenta con raffiche a 30 nodi: Damiana corre a 9-10 nodi di velocita' e si e' formata una bella ondetta fastidiosa. Diamo una mano di terzaroli per rallentare un po' il beccheggio, ma come sempre e' del tutto inutile: Damiana non rallenta di mezzo nodo, anzi, sembra andare piu' veloce, forse perche' con la randa ridotta l'assetto delle vele e' quasi piu' stabile e riusciamo a tenere l'angolo con il vento a 35 gradi. Prima di cena ci mettiamo alla cappa per berci un bicchiere in tranquillita' e goderci il tramonto natalizio. Dopo un paio d'ore di pausa riprendiamo la corsa verso nord: il vento e' costante da ovest sui 15-18 nodi, la nottata passa tranquilla con i soliti turni e una buona velocita' che ci fa recuperare un po' sulla tabella di marcia.


26 dicembre 2009
Navigazione verso nord. Dalla NET mattutina sappiamo che abbiamo ancora 48 ore di buon tempo prima che nel Golfo di Tehuantepec in Messico ricominci la burrasca. Questa zona e' infatti una delle piu' ventose dell'intero pianeta con una media di venti a forza 6 sulla scala Beaufort, che tra dicembre e marzo stanno tranquillamente a forza 7 e oltre. Siamo ancora troppo distanti dalla nostra destinazione (che doveva essere Huatulco) e sappiamo che due giorni non ci basteranno per arrivare. Decidiamo cosi' di fare rotta su Puerto Chiapas (o Puerto Madero) che e' il porto d'entrata piu' a sud del Messico, proprio qualche decina di chilometri passata la frontiera con il Guatemala. Il gps stima che alla velocita' attuale dovremmo arrivarci entro domani sera, giusto in tempo per evitare la maretta, anche perche' mancano meno di 100 m/n e speriamo bene! La giornata passa tranquilla tra letture, studiando i portolani e le guide nautiche. Non vediamo nessun delfino e nessuna tartaruga, in compenso passano molte navi cargo dirette nei porti commerciali del Guatemala e dell'Honduras. Per cena un bel frittatone con le zucchine. Nella notte soliti turni e vento costante da ovest con mare piatto e una bolina tranquilla sui 50 gradi. La costa e' ormai vicina, le luci dei villaggi ci tengono compagnia e ci guidano silenziose.

27 dicembre 2009
Arrivo a Puerto Chiapas. Poco prima dell'alba, quando il mio turno sta per finire, scorgo in lontananza un puntino bianco proprio dritto sulla nostra prua. Con il binocolo non riesco a capire cosa sia, sembra una panga di pescatori, ma senza nemmeno una luce? Allargo la nostra rotta di 10 gradi per schivarla ed, effettivamente, quando Damiana si avvicina, vedo che si tratta di una piccola lancha con due pescatori sorridenti che mi danno il benvenuto in Messico.... pensare che se non fossi stata di vedetta dieci minuti fa, ora ci saremmo scontrati! Alle 6.30 sveglio Francesco, siamo eccitati, mancano solo 13 m/n all'entrata del porto! Non vediamo l'ora! Il vento pero'... ovviamente crolla, lasciandoci alla deriva proprio quando i moli di cemento di Puerto Chapas sono proprio li', cosi' vicini, cosi' lontani... Decine di pangas sfrecciano qui e la' e anche qualche grosso peschereccio si prepara a rientrare. Noi aspettiamo qualche ora e, con poco vento e molta pazienza, riusciamo a raggiungere il centro del canale d'entrata. Tiriamo giu' le vele e ci dirigiamo verso il fondo della darsena dove secondo la guida nautica si troverebbe l'ancoraggio. Decine di bagnanti sorridenti ci salutano dalla spiaggia e dai moli, noi ricambiamo con gioia, siamo tornati in Messico finalmente! Quanto l'avevamo desiderato! Provo a chiamare la Capitaneria con la radio, ma non risponde nessuno, probabilmente perche' e' domenica. Poco male, noi non abbiamo fretta, l'unica cosa che vogliamo e' ancorarci e riposarci un po', dopotutto sono 16 giorni che siamo in mare, aspettare qualche ora in piu' per scendere a terra non ci preoccupa. Ancoriamo nella laguna in fondo al porto in 11 metri. Per prima cosa montiamo il parasole che con questo caldo e' necessario davvero e passiamo il pomeriggio in pozzetto, aspettando che magari qualcuno dalla Capitania o dalla base della Marina Militare si faccia vivo. Molte pangas cariche di turisti locali ci girano intorno e ci fotografano con il telefonino... non devono vederne molte di barche a vela in questo posto!
Per cena cerchiamo di finire la verdura fresca che abbiamo in vista di una possibile ispezione sanitaria (per cui saremmo costretti a buttare tutto) e alle 8 siamo gia' a letto... non ci sembra vero di poter dormire piu' di 6 ore!




28 dicembre 2009
Puerto Chiapas. Dormiamo 12 ore filate. Dopo colazione montiamo il dinghy e a remi ci avviamo lentamente verso la Capitania. Un gentilissimo ufficiale ci da' il benvenuto e ci dice che abbiamo fatto benissimo a fermarci qui invece che proseguire per Huatulco perche' per i prossimi giorni e' previsto vento oltre i 50 nodi nel Golfo di Tehuantepec. Formalizziamo l'entrata dell'imbarcazione e poi andiamo all'aeroporto per fare i visti alla Migracion, dove un'altra gentilissima impiegata si occupa di tutto e in 20 minuti siamo spicci con tutti i documenti gia' pronti. Quanto adoriamo il Messico! Facciamo un giretto nel piccolo paesino di Puerto Chiapas, compriamo un po' di frutta e verdura e poi ritorniamo verso la spiaggia dove abbiamo lasciato il dinghy prendendo un transporte collectivo, ossia un camioncino con una tettoia di plastica che per 5 pesos ci risparmia l'ultimo chilometro sotto il sole. Sulla spiaggia ci sono decine di ristorantini all'ombra delle grandi palapas. Decidiamo di festeggiare il nostro arrivo con un bel piatto di camarones giganti e del granchio in salsa piccante. Che meraviglia! Con l'equivalente di 12 euro mangiamo (e beviamo!) in due e quando ci alziamo da tavola siamo talmente pieni che quasi facciamo fatica a tornare a remi su Damiana!


Programmi futuri: ebbene si', siamo ancora a Puerto Chiapas! Dovevamo partire lo scorso mercoledi', per la Befana, ma la Capitaneria ci ha sconsigliato, viste le pessime condizioni del Golfo di Tehuantepec e la "taglia" ridotta della nostra imbarcazione! Contiamo di riprendere il mare questa settimana diretti a Huatulco, probabilmente il 14 gennaio, visto che sembrerebbe esserci una finestra con tre giorni di calma, ma per scaramanzia non diamo nulla per certo! La sosta piu' o meno forzata qui a Puerto Chiapas si sta rivelando davvero piacevole, anche perche' ci ha dato l'opportunita' di conoscere la gente del posto e i dintorni, ma questo è un altro post! In attesa di riprendere il mare vi abbraccio, a presto

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...