giovedì 24 settembre 2009

Diario agosto-settembre 2009: Pacific Panama to Costa Rica


14-16 agosto 2009


Isla Taboga. Dopo una settimana trascorsa attaccati ad una boa allo Yacht Club di Balboa, Panama City, ci spostiamo nella vicina isola di Taboga, distante solo 7 m/n, ma sicuramente piu’ tranquilla della trafficatissima area di ingresso del canale! Ci lasciamo alle spalle il Ponte delle Americhe e con il genoa e il motore acceso moto-navighiamo pianino tra le navi cargo all’ancora nella baia di Panama.


Taboga e' un'isoletta deliziosa dove le auto sono proibite e ci si muove solo a piedi tra gli stretti vicoli che si inerpicanon su per le colline. Nei weekend la baia si popola di motoscafi provenienti dalla Citta' di Panama e le spiagge sono gremite di villeggianti in cerca di un po' di sole. Il tempo comunque non vuole saperne di migliorare, cosi’ ogni giorno piove a dirotto e abbiamo il serbatoio e le taniche colme d’acqua piovana. Cosi' optiamo per trascorrere tre giorni all’ancora nella graziosa baia di Taboga e ripristiniamo la barca per la navigazione rimontando il bompresso e rimettendo a posto tutte le scotte e le sartie volanti che avevamo tolto di mezzo per lasciare piu’ spazio di manovra possibile per i linehandlers durante l’attraversamento del canale. Riusciamo pure a fare una “passeggiata” di qualche ora fino al picco dell’isola da cui si vede l’intera baia… peccato pero’ che il cielo non sia molto limpido. In lontananza si scorgono i grattacieli di Panama City, molti dei quali ancora in costruzione.



Sulla cima del montarozzo troviamo anche questa strana installazione di cui non riusciamo a comprendere lo scopo… forse un radiofaro per gli aerei?? Se qualcuno sa che cosa sia, per favore ci aiuti, siamo molto curiosi!



Lungo il sentiero, scendendo dalla montagna, incontriamo decine di minuscole ranocchie che saltellano qui e la’ tra i nostri piedi, cosi’ ne seguiamo una fino a che non riusciamo a fotografarla!



17 agosto 2009

Navigazione da isla Taboga all’arcipelago di Las Perlas (Isla Pacheca). Ci svegliamo alle 6 e, malgrado il cielo sia come al solito coperto, decidiamo di spostarci 30 m/n piu’ a sud, a Las Perlas dove ci hanno detto che le isole sono meravigliose e piene di vita marina. Il vento langue, abbiamo solo 4-5 nodi al lasco; se continua cosi’ non riusciremo ad arrivare ad un ancoraggio prima del tramonto… e Taboga e' ancora la7 dietro e sembra non volersi mai allontanare!


Verso mezzogiorno pero’ si alza un po’ di brezza da sud-est e siamo al traverso a 6 nodi di velocita’. Vediamo decine di balene spruzzare in lontananza e un catamarano che le insegue a motore, poverette! Verso le 15 siamo distanti solo 8 m/n dall’isla Pacheca, la piu’ a nord dell’arcipelago, ma il vento improvvisamente crolla.


Aspettiamo un’oretta alla deriva sperando in una ripresa, ma nulla. Accendiamo un po’ il motore, poi torniamo un po’ a vela, insomma, alle 18.30 proprio prima del tramonto gettiamo l’ancora nell’acqua limpidissima dell’isla Pacheca .


La marea ora e’ al minimo, pero’ durante la notte salira’ di circa 4 metri nascondendo le spiagge e le rocce affioranti. E' pazzesco come cambia il paesaggio in poche ore, e pensare che in Atlantico quasi non si avvertiva la presenza delle maree. Delfini e balene nuotano tutt’intorno a noi e una miriade di pellicani e fregate volano alti nel cielo… ah, quanto ci mancava il Pacifico! Per cena linguine alla carbonara. Nella notte piove a dirotto, ma noi abbiamo spazio solo per 10 litri di acqua piovana!


18 agosto 2009

Da Isla Pacheca a Isla Contadora. Sveglia alle 7. Fuori balene e delfini ci salutano con spruzzi. Visto che il tempo sembra clemente, decidiamo di pulire il fondo di Damiana: Francesco si occupa dello scafo centrale, piu’ profondo e impegnativo, mentre io faccio i laterali dal barchino. Verso l’ora di pranzo ci spostiamo a motore all’Isla Contadora, distante solo 3 m/n, dove ci sono negozi e ristoranti e persino un aeroporto con volo giornalieri da Panama City.


Scendiamo a terra per fare un po’ di spesa con un caldo soffocante, meno male che un simpatico signore venezuelano ci da’ un passaggio sul suo golf cart risparmiandoci la fatica della camminata sotto il sole. Per cena zuppa di porri e patate. Nella notte piove a dirotto e raccogliamo acqua per il bucato.


19 agosto 2009

Da Isla Contadora a Isla Bayoneta. Poco vento. Partiamo a motore verso le 7 con la bassa marea e una pioggerellina mista a sole che ci regala questo splendido arcobaleno.


Decidiamo di fare dei bordi di bolina per raggiungere un grazioso ancoraggio distante circa 7 m/n, cosi’ tiro su la randa. Pero’, mentre mettiamo giu’ la deriva, qualcosa va storto e si incastra malamente, tanto che non riusciamo proprio piu’ a muoverla. Cerchiamo di tirarla su attaccandola ad una drizza libera, ma nulla. Francesco si butta addirittura in acqua per vedere “da sotto” cosa non va: uno dei bozzelli all’interno della scassa si e’ deformato, cosi’ la cima ci si incastra. Senza deriva purtroppo non possiamo andare di bolina, perche’ la barca scarroccia di lato, cosi’ continuiamo a motore fino a destinazione, uff. Inoltre, le mappe nautiche che abbiamo per questa zona sembrano contraddirsi l’una con l’altra, ci danno rocce in posizioni differenti e anche navigando “a vista” non riusciamo bene ad orientarci. Comunque, verso mezzogiorno siamo ancorati in una splendida baia e improvvisamente si alza un ventaccio da sud-ovest con raffiche oltre i 25 nodi.


Poco male, abbiamo altro a cui pensare: la deriva ovviamente! La tiriamo su completamente e vediamo che la riparazione che avevamo fatto a Bocas del Toro ha ceduto, cosi’ ricominciamo tutto il processo con la fibra di vetro e la resina epossidica. Verso il tramonto la marea raggiunge il minimo e vicino a noi vediamo spuntare alcune rocce che si avvicinano minacciosamente con l’acqua che scende, brr… ma il Capitano non si vuole spostare, cosi’ passiamo alla preparazione della cena: patate al forno, cavolo rosso e filetto di manzo. Nella notte piove a dirotto come sempre.


20 agosto 2009

Da Isla Bayoneta a Isla Viveros. Al mattino con la bassa marea rimaniamo in 40 cm d’acqua e il timone quasi tocca il fondo. Finalmente il Capitano si decide e ci spostiamo cento mentri piu’ in la’ in acque leggermente piu’ profonde. La baia cambia faccia con la bassa marea e scopriamo rocce e anfratti nascosti. Spiamo per un po’ dei buffi uccelli dal piumaggio maculato, che passeggiano tranquilli a riva.


Nel pomeriggio ci spostiamo a motore alla vicina Isla Viveros e Francesco finisce di riparare la deriva, ora manca solo la vernice antivegetativa! Io faccio il bucato, ma purtroppo la pioggia non mi consente di stenderlo, cosi’ rimane in pozzetto in ammollo nei secchi. Per cena tacos messicani con verdura e fagioli.


21 agosto 2009

Da Isla Viveros a Isla Rey (San Miguel). Ci spostiamo a motore all’isla Rey, di fronte al paesino di San Miguel passando in uno stretto canale dalle acque poco profonde (1 metro) e dalla corrente fortissima, quasi 5 nodi. Meno male che tutto va liscio, non ci insabbiamo e riusciamo a tenere Damiana in rotta. Appena ancorati ci mettiamo a dipingere la deriva con l’antivegetativa e poi prendiamo il battellino e scendiamo a terra per fare un po’ di spesa: troviamo un po’ di vegetali (cavoli, carote e patate) e qualche birretta fresca per la cena.



22-23-24-25 agosto 2009

Da San Miguel a Isla Espiritu Santo. Alle 7 partiamo e tiriamo su le vele, malgrado il vento stenti a farsi sentire. Il sole picchia forte e i pesci si riparano all’ombra di Damiana! Verso le 12 ci ancoriamo all’isla Espiritu Santo vicino ad Azul, la barca di Libero, un amico italiano e della sua ragazza Christiane. Siamo molto felici di averli trovati, ci eravamo incontrati al Balboa Yacht Club con la speranza di riverderci a Las Perlas. Ed eccoci qua! Passiamo il pomeriggio facendo il bucato e rinfrescandoci un po’. I tre giorni successivi li trascorriamo insieme ad Azul facendo qualche gitarella nei dintorni con il dinghy e tante chiacchiere in pozzetto.




26 agosto 2009

Da Isla Espiritu Santo a Punta Coco. Alle 7 salutiamo Libero e Christiane che tornano a Panama City e mezz’ora dopo salpiamo anche noi diretti a sud. Molte balene ci raggiungono, il vento langue, ma la corrente ci spinge nella direzione giusta per fortuna!


Verso mezzogiorno abbiamo 10 nodi da sud-est e corriamo in direzione dell’ancoraggio a Punta Coco, l’estremita’ piu’ a sud dell’Isla Rey. Nel pomeriggio ci perdiamo in faccende varie e al tramonto ci prende un po’ di smarrimento e di tristezza… ci dispiace molto che Libero e Christiane non siano qui con noi stasera, ma siamo sicuri ci saranno altre occasioni in futuro! Per cena ci consoliamo con un’enorme coppa di tonno, fagioli e cipolla con pane appena sfornato!


27 agosto 2009

Da Punta Coco a Isla San Jose’. Partiamo presto verso le 7 con un bel venticello tra i 15 e i 20 nodi e siamo di bolina stretta a 35 gradi in direzione ovest. Andiamo piuttosto bene, quasi 7 nodi, non c’e’ ancora onda, pero’ siamo circondati da temporali che scaricano saette tutto intorno a noi. Poco male, dopo un paio d’ore siamo ancorati all’Isla San Jose’.


Passiamo la giornata a disinfettare le taniche dell’acqua e a raccogliere acqua piovana chiusi sottocoperta. Al tramonto vediamo una famiglia di cinghialetti che fa una passeggiata sulla spiaggia prima che l’alta marea si inghiotta la stretta striscia di terra. Per cena pasta con sugo di polipo. Nella notte piove a dirotto, raccogliamo altri 30 litri… ma che ce ne faremo poi di tutta quest’acqua?


28 agosto 2009

Da Isla San Jose’ a Isla Pedro Gonzales. Quando partiamo verso le 9 il vento e’ da sud-est e andiamo al traverso con 10-12 nodi. In tarda mattinata poi il vento gira e siamo al gran lasco, mentre vediamo balene e tronchi giganteschi tutto intorno a noi. Verso le 12 siamo di fronte al villaggio dell’isla Pedro Gonzales e ci ancoriamo poco distante in 6 metri con l’alta marea. Dopo qualche ora arriva un ragazzone in canoa che ci dice di chiamarsi Marcel; ci promette frutta e verdura fresca per domattina, cosi’ ci mettiamo d’accordo per vederci a terra. Per cena stufato di cavolo e carne in scatola fritta. Fuori intanto piove e piove e ancora piove… cominciamo a chiederci se smettera’ un giorno o l’altro!


29-30 agosto 2009

Isla Pedro Gonzales. Giornate di programmazione della rotta per le prossime settimane, pioggia torrenziale e vento forte, con raffiche anche oltre i 40 nodi da sud.


31 agosto 2009 – 1 settembre 2009

Navigazione da Isla Pedro Gonzales a Punta Guanico (Punta Mala). Partiamo con calma verso le 10 dopo aver ascoltato la net, anche se nessuno ha le previsioni del tempo, pazienza… Il vento langue, ci saranno si e no 5-6 nodi e siamo di bolina a 50-60 gradi. Poco male, dobbiamo percorrere almeno 90 m/n per raggiungere il primo ancoraggio disponibile, cosi’ non abbiamo fretta e vediamo questo vento dove ci portera’. Al tramonto decine di delfini arrivano da ogni direzione e nuotano con noi per qualche ora, tanto che dopo un po’ non ci facciamo quasi piu’ caso.


Per cena Fra prepara un’ottima carbonara e poi io me ne vado a letto. A mezzanotte inizio il mio turno e il vento non e’ cambiato, anche se ogni tanto quando passiamo sotto a dei grossi nuvoloni rinforza anche fino a 20 nodi. Al mattino per altro mi ritrovo nella bonaccia piu’ completa con tronchi enormi da schivare a zero velocita’, uff. Punta Mala e’ in vista a circa 20 m/n sulla nostra destra e decine di navi cargo spuntano da ogni direzione. Passiamo tutto il giorno cercando di fare qualche miglio verso ovest per doppiare la punta, ma non c’e’ verso. Prima del tramonto allora concordiamo che potremmo fermarci a dormire nell’ancoraggio di Punta Guanico, cosi’ ci mettiamo in rotta e poco prima che faccia buio ci ancoriamo nella baia tranquilla al riparo di un grosso monte. Poco dopo arriva una panga con tre pescatori che ci regalano una borsa colma di manghi e che torneranno qualche ora piu’ tradi con tre grossi pesci appena pescati. Proviamo a chiedere quanto vogliono per tutta questa roba, ma rispondono che va bene cosi’, che a loro fa piacere aiutare i barcaioli e vogliono dare una buona impressione dei panamensi, beh, ci sono riusciti davvero! Tanta gentilezza a Panama ancora non ci era capitata! Per cena cuciniamo un risottino allo zafferano e i pesci finiscono in freezer dopo esser stati squamati e puliti.


2-3 settembre 2009

Navigazione da Punta Guanico a Isla Cebaco. Partiamo presto verso le 6.30 con l’obiettivo di raggiungere una caletta a circa 50 m/n da qui. Il vento pero’ e’ contrario e scarso, cosi’ presto ci rendiamo conto che non riusciremo a fermarci per la notte, pazienza. Balene si avvicinano e nuotano tutt'intorno a noi.



Passiamo la giornata a fare dei bordi per finire di doppiare la punta, ma guadagnamo poco. Nel pomeriggio il vento rinforza un pochino (10-15), ma non cambia direzione, cosi’ continuiamo con i bordi e verso sera siamo ancora distanti. Nella notte siamo circondati da temporali con fulmini pazzeschi e raffiche di vento oltre i 30 nodi, cosi’ diamo una mano di terzaroli alla randa e andiamo comunque belli veloci, a volte anche oltre i 10 nodi di bolina a 35 gradi. Al mattino cosi’ siamo in vista dell’Isla Cebaco dove vorremmo passare un paio di giorni all’ancora, ma non c’e’ piu’ un filo di vento cosi’ ci mettiamo 6 ore per fare 15 m/n. Poi, proprio di fronte all’isola sentiamo un “tunc” provenire da sotto Damiana: abbiamo urtato un enorme tronco sommerso con la deriva… speriamo che non si sia rotta, anche se la botta e’ stata bella forte davvero. La baia dove ci ancoriamo e’ un po’ esposta all’onda da sud, ma siamo piuttosto stanchi e soprattutto vogliamo verificare cosa e’ successo alla deriva e allo scafo centrale, cosi’ Francesco si butta subito in acqua e le notizie non sono buone: la deriva si e’ “incassata” in un punto e bisogna ripararla con fibra di vetro e resina epossidica, uff.


Meno male che allo scafo invece non e’ successo nulla, ringraziamo che andavamo pianino, se no eran dolori. Comunque ormai e’ troppo tardi per iniziare la riparazione e poi piove, cosi’ ci facciamo una merenda a base di manghi con succo di limone e poi prepariamo la cena: pesci al cartoccio, verdure al forno e pane fatto in barca.


4 settembre 2009

Isla Cebaco. Ci svegliamo tardi verso le 9. Non riusciamo a sentire la net per le previsioni del tempo, ma tanto fuori piove a dirotto, non ha smesso un attimo da ieri. Aspettiamo qualche ora e poi decidiamo di spostarci a motore in un ancoraggio vicino dove l’onda da sud dovrebbe essere meno fastidiosa. Qui c’e’ un minuscolo villaggio chiamato El Jobo e un grazioso hotelino in riva al mare.


Purtroppo la baia e’ piuttosto profonda cosi’ siamo costretti ad ancorare in 10 metri, ma siamo tranquilli visto che a Panama City abbiamo comprato catena e cima nuova per l’ancora! Visto che la pioggia sembra darci una tregua tiriamo su la deriva e Francesco inizia a prepararla per la riparazione. Per cena pollo al curry, verdure piccanti saltate in padella e riso basmati. Nella note soliti acquazzoni torrenziali.



5 settembre 2009

Da Isla Cebaco a Isla Santa Catalina. Sveglia alle 7, iniziamo subito la riparazione della deriva perche’ oggi finalmente c’e’ un po’ di sole e poi ci spostiamo a motore nella vicina isola di Santa Catalina. L’ancoraggio e’ tranquillo e fa molto caldo. Dall’altra parte della baia sorge il villaggio di Santa Catalina, paradiso per surfisti visto che qui le onde frangono che e’ un piacere! Mentre Francesco fa un secondo strato di resina per la deriva io mi occupo del bucato che spero si asciughera’ in giornata con questo bel venticello. Verso sera si annuvola e piove anche un po’, ma fosse sempre cosi’! Per cena pasta con panna, uovo e funghi.


5-7 settembre 2009

Santa Catalina. Giornate in cui ci occupiamo della deriva e terminiamo la riparazione e riusciamo a fare un po’ di provviste in paese. Scopriamo purtroppo che uno dei pacchi di pasta comprati a Panama City conteneva degli insetti che ora hanno letteralmente infestato la stiva del cibo. La cosa ci preoccupa un po’, cosi’ passiamo diverse ore a “pulire” la pasta dagli insettini, che scopriremo poi essere punteruoli del grano, comuni parassiti delle granaglie in genere. In tre anni di vita di mare ancora non era capitato di avere questo problema, speriamo di risolverlo in fretta. Abbiamo ancora piu' di 30 chili di pasta da controllare... non voglio pensarci per ora!




8 settembre 2009

Da Santa Catalina a Bahia Honda. Partiamo verso le 7, ma c’e’ poco vento, cosi’ rimaniamo per qualche ora alla deriva di fronte alla costa. Arrivano anche tutta una serie di piovaschi che portano un po’ di vento, ma anche uno sbanderno d’acqua. Mentre navighiamo verso ovest raccogliamo piu’ di 40 litri dal tendalino. Siamo di bolina a 40 gradi, ma quando arriviamo di fronte all’entrata di bahia Honda il vento crolla del tutto e dobbiamo accendere il motore per raggiungere un ancoraggio. La baia e’ splendida e molto ben protetta da ogni direzione; ci ancoriamo in una piccola caletta in 6 metri con la bassa marea. Mentre Francesco prepara l’impasto per il pane arrivano un ragazzo con una bambina su una canoa. Ci dice di chiamarsi Kennedy (ma pensa te, come il Presidente!) e ci porta un cesto di agrumi in cambio di un po’ di benzina. Dice che suo padre Domingo domani ci portera’ frutta e verdura fresche coltivate da lui, non vediamo l’ora anche perche’ dice che ha degli spinaci… saranno 8 mesi che non ne mangiamo! Che gioia! Per cena ci facciamo delle patate al forno con pesto alla genovese e formaggio.




9 settembre 2009

Bahia Honda. Oggi e’ giornata di manutenzione ordinaria dell’albero, cosi’ dopo aver assicurato Fra ad un paio di drizze lo tiro fin su in cima con un winch.



Mentre lui ingrassa la ralinga della randa, i bozzelli delle drizze e ricopre le crocette di stoffa, io mi godo il timido sole del mattino. Dopo un’oretta il lavoro e’ finito, cosi’ tiro giu’ Francesco che la’ in alto sembrava divertirsi come un ragazzino!



Qualche ora piu’ tardi arriva la moglie di Kennedy che ci porta un ananas, una papaya e dei noni in cambio di un Rapala (un’esca artificiale) per il marito. Come promesso poi arriva anche il padre di Kennedy, il signor Domingo con la canoa colma di spinaci, banane rosse, chili dolci e piccanti e un enorme quantita’ di coriandolo fresco! Yum! Lo ringraziamo a non finire e gli diamo qualche dollaro in cambio di tutto questo bendidio. Passiamo qualche ora in chiacchiere con lui, che ci racconta di come e’ cambiata Bahia Honda da quando era bambino e dei suoi 7 figli che lavorano in citta’ o negli Stati Uniti, solo Kennedy vive qui vicino a lui. Nel pomeriggio poi inizia a piovere e non la smettera’ piu’ per tutta la notte. Ceniamo con fusilli al pomodoro con chile piccante e il risultato e’ un’ottima arrabbiata! Nel mezzo della notte ci svegliamo per via di uno strano rumore che proviene dallo scafo: con la bassa marea siamo finiti su un banco di sabbia e fango, e il timone tocca il fondo. Cosi’ mi do da fare e tirando la cima dell’ancora pian pianino riesco a spostare Damiana in acqua piu’ sicure…


10 settembre 2009

Da Baia Honda a Isla Medidor. In mattinata finiamo un paio di faccende, andiamo a salutare Domingo e poi ci spostiamo a motore nella vicina isola Medidor, di proprieta’ del signor Jean Pigozzi, uomo d’affari e filantropo italiano. Ci ancoriamo nella baia ben protetta, ma quando scendiamo a terra le guardie ci dicono che possiamo solo passeggiare sulla spiaggia e che il sig. Pigozzi non c’e’.



Poco male, facciamo due passi per sgranchirci con questo bel sole di oggi e poi torniamo su Damiana per finire di disinfestare la dispensa: eh si, quei benedetti insettini si stanno diffondendo ovunque e ora li abbiamo trovati pure nel riso e nella pasta in uso… Dopo aver “pulito” svariate confezioni di pasta dagli insettini ci consoliamo con un bel pezzo di filetto di manzo e un’enorme porzione di spinaci per cena!


11 settembre 2009

Da Isla Medidor a Isla Brincanco. Partiamo verso le 7 con poco vento contrario. Dopo qualche ora poi il vento crolla del tutto e cosi’ accendiamo il motore per un’oretta in modo da caricare pure le batterie. Quando mancano 5 m/n all’isola Brincanco il vento torna e siamo di bolina a 60 gradi con 7-8 nodi di velocita’. In meno di 40 minuti siamo all’ancoraggio e ci godiamo l’acqua limpida e gremita di pesci.


Francesco va a fare un po’ di snorkeling e pesca un grosso pescione con la fiocina. Per pranzo ci mangiamo una noce di cocco dolcissima e passiamo il resto della giornata in relax scaldandoci al sole. Per cena preparo il pesce al cartoccio con la pancia ben imbottita di coriandolo e limone, uno stufato di cavolo e una bella porzione di spinaci. Nella notte si alza vento forte da sud, meno male che siamo ben protetti da un alto montarozzo proprio di fronte a noi.


12 settembre 2009

Da Isla Brincanco a Isla Secas. Partiamo verso le 7.30 con vento a 10-15 nodi da ovest: siamo sempre di bolina a 40 gradi, uff! Ma quando ci potremo godere un po’ di lasco invece di questo turbine continuo? Vabbe’ pazienza, almeno oggi c’e’ un po’ di vento! Alle 13.30 siamo ancorati alle Islas Secas e ci investe un fronte di pioggia densissimo che sembra non voglia passare mai. Piove per tutto il giorno e per tutta la notte. Ci consoliamo con un bel frullato di frutta fresca e con un piattone di penne prosciutto e funghi. Nella notte il vento soffia sibilando tra le sartie da nord-est.

13-14 settembre 2009

Islas Secas. Giornate di programmazione della rotta verso Costa Rica e attesa di un miglioramento nelle condizioni atmosferiche.


15-16 settembre 2009

Da Islas Secas (Panama) a El Golfito (Costa RIca). Partiamo presto al mattino verso le 6.30. C’e’ pure un po’ di vento, sempre di bolina a 40 gradi, ma andiamo piuttosto bene tra i 6 e i 7 nodi di media. Nel pomeriggio esce anche un po’ di sole, cosi’ ci godiamo questa splendida giornata di navigazione. Al tramonto siamo in vista di Punta Burica, che separa Panama dal Costa Rica, ma il vento gira leggermente dalla parte sbagliata e dobbiamo fare dei bordi per doppiarla. Durante la notte temporali continui fanno aumentare il vento anche oltre i 30 nodi e i fulmini cadono spesso molto vicino a noi. Cosi’, doppiata la punta verso le 2 del mattino, decidiamo di metterci alla cappa e riposare un po’, anche perche’ piove a catinelle. Cosi’ Francesco va a dormire, mentre io resto a controllare che la cappa tenga e che lo scarroccio non ci porti troppo vicino alla costa. Verso le 5 del mattino il vento crolla, cosi’ anch’io posso finalmente sdraiarmi per un’oretta prima di ripartire. Siamo a circa 20 m/n da El Golfito, il porto d’entrata piu’ a sud del Costa Rica, ma all’alba non abbiamo piu’ nemmeno un alito di vento e ce ne stiamo alla deriva di fronte all’entrata del Golfo Dulce. Passano pescherecci e piccole pangas che tornano dalla pesca notturna. Verso le 10 del mattino arriva un po’ di vento e finalmente siamo di lasco fino a El Golfito! Entriamo in porto verso le 14 e prendiamo in affitto una boa da Land&Sea, una piccola marina gestita da due ex-barcaioli che vivono qui da parecchi anni offrendo servizi per altri cruisers.


Il posto ci sembra subito molto tranquillo, anche perche’ c’e’ uno splendido sole e tutti ci sorridono felici. Sbrighiamo le formalita’ di entrata e, contrariamente ai Panamensi, qui nessuno ci chiede una lira ne’ per i visti, ne’ per il permesso di importazione della barca; si paghera’ in uscita ci dicono, beh, vedremo! Vi lascio con una foto di uno dei tanti cagnuzzi che popolano il Cruisers Club del Golfito, sara' poco nautica magari, ma era irresistibile!


Programmi futuri.
Per ora dobbiamo prendere una pausa dalla navigazione per qualche settimana, lasciando Damiana qui a El Golfito: il progetto e' di tornare in Mexico per occuparci di Captain Kaos e poi fare un piccolo passaggio negli States per recuperare la posta e altre cose necessarie per la barca. Partiremo tra qualche giorno per questa emozionante avventura, visto che per risparmiare un pochino abbiamo deciso di farci tutto il Centro America in… autobus! Ebbene si’, ci vorranno almeno 15 giorni per arrivare a destinazione a Mazatlan in Mexico (con qualche sosta intermedia), ma speriamo che ne sia valsa la pena! Ci aggiorniamo alla fine del nostro road trip, un abbraccio e ancora grazie delle tante e-mails che ci scrivete!

1 commento:

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

ce l'ho fatta! ho letto tutto... Sara (la mia..) dorme!
anche io sono un tipo da traverso e lasco, più che da bolina...
Marco lo dice sempre: tu sei da pacifico, anche se questi giorni in navigazione ne avete avuti pochi di traversi!!
un bacione ragazzi, appena posso rispondo anche alla vostra mail!
V.

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