lunedì 8 ottobre 2007

Diario marzo 2007: Los Angeles, California - Cabo Los Frailes, Mexico

8 marzo 2007

Marina Del Rey, California, USA. Sono ormai le 5 del pomeriggio quando finalmente ci ritroviamo pronti a salpare, dopo mesi di estenuanti preparativi. Usciamo dal porto al tramonto, le emozioni si confondono in questa giornata particolare che aspettavamo da tempo. Facciamo rotta per Ensenada, primo porto di entrata in Messico. Con la notte il vento cala, così ci ritroviamo con 5-7 nodi al lasco con il gennaker, velocità media intorno a 4-5 nodi, ma forse anche meno. Le luci della costa sbarluccicano in lontananza. Nonostante il mare sia tranquillo, il mal di mare non mi lascia tregua: trascorro il mio turno di guardia in pozzetto vomitando strani succhi amarognoli e giallastri. Ho dei braccialetti omeopatici che dovrebbero aiutarmi, però purtroppo uno si è rotto e così non funzionano piu'! Moltie navi cargo attraversano il tratto di mare che stiamo percorrendo, probabilmente vengono da San Pedro (il porto di Los Angeles). Alle 6 con il primo sole chiamo Francesco e me ne vado sotto coperta a riposare un po'.




9 marzo 2007

Navigazione verso Ensenada. Alle 10 Francesco mi sveglia con un caffé fumante, ma il mio stomaco non ne vuole proprio sapere. Il mare sembra olio in questo mattino grigio di nuvole e anche il vento stenta a farsi sentire, sempre i soliti 4-5 nodi al lasco. Riceviamo una visita imprevista: un buffo uccellino giallo e grasso si riposa per un po' sulla nostra barca, prima di riprendere il volo verso la costa... forse veniva dall'isola di Catalina, chissà? Procediamo lentamente verso sud, il mal di mare non migliora, così Francesco mi prende in giro e riderci su fa bene ad entrambi.


10 marzo 2007

Navigazione verso Ensenada (con non prevista sosta a San Diego). Saranno le 9 del mattino quando Francesco avvista in lontananza la sagoma di un "qualcosa" apparentemente alla deriva. Salto subito sotto coperta per procurami un binocolo, così possiamo vedere di che si tratta: pazzesco!

E'un relitto malandato ricoperto d’alghe e gabbiani! E che si fa in questi casi? Beh - mi dice Francesco, - si chiama la guardia costiera, no? Così telefoniamo alla Capitaneria di Porto di San Diego e dopo una mezz'ora vediamo arrivare un elicotterone della US Coast Guard. Wow! Che efficienza!
Purtroppo il mio mal di mare non ne vuol sapere di migliorare, così decidiamo di comune accordo di fermarci a San Diego per farmi riposare un po' e magari trovare una soluzione al problema. Cominciamo quindi ad avvicinarci alla costa e l'entrata del porto sembra già vicina, se non fosse per una foresta di kelp che rallenta la nostra corsa! Dopo 40 minuti riusciamo finalmente a liberarci e possiamo ammainare le vele ed accendere il piccolo fuoribordo, ma che fatica però! Attracchiamo al public dock di San Diego dove troviamo già una decina di altre barche a vela, tutti monoscafi. Un tizio un po' suonato ci accoglie con entusiasmo: vive nella barca a fianco alla nostra e ci attacca una pezza storica, per questo Francesco lo ribattezza subito "Rex Tomella". Siamo stanchi ed affamati, così dopo una breve passeggiata sul lungomare torniamo in barca, cuciniamo e poi subito a nanna!


11 marzo 2007

San Diego-Ensenada. Ci svegliamo all'alba con un rumoretto sospetto che proviene da fuori... che sarà mai? Ma chi se lo aspettava! Tre paperetti che zampettano allegramente in coperta cercando di bere l'acqua formatasi per via della condensa notturna sulle vele ripiegate a prua. Appena ci vedono timidamente tolgono il disturbo e ci aspettano sul molo. Che carini! Visto che dobbiamo sostituire una delle cime del carrello che si è rovinata al momento della partenza da Marina Del Rey, andiamo da West Marine (una sorta di megastore dei barcaioli) e qui troviamo anche un rimedio per il mio mal di mare: si tratta di un braccialetto elettronico che emette impulsi e che inibisce il senso di nausea. Non vedo l'ora di provarlo.
Nel primo pomeriggio salpiamo diretti alle Isole Coronados che stanno di fronte a San Diego, ma in realtà si trovano già in territorio messicano. Ci arriviamo al tramonto e ci concediamo un brindisi: siamo in Messico e il braccialetto funziona! Non ho più il mal di mare, posso andarmene su e giù per la barca senza problemi e soprattutto finalmente posso mangiare! In lontananza scorgiamo una nave della Marina Militare Messicana che pattuglia la zona.

Scende il buio e proprio di fronte alle Isole Coronados ci ritroviamo incagliati in gomene a protezione della barriera corallina (per altro non segnalate dalle carte nautiche). Due messicani a bordo di un motoscafone ci trainano fuori dal groviglio di funi e ci indirizzano a est. Poco dopo purtroppo ci accorgiamo di essere nuovamente bloccati da altre cime sottomarine, così non ci resta altro da fare che tirare su deriva e timone: in 40 minuti riprendiamo la navigazione verso Ensenada. La costa in lontananza inizia lentamente a scomparire dentro una fittissima coltre di nebbia che in breve raggiunge anche noi: la visibilità è ridotta (circa 300m), ma per fortuna il vento rimane costante e così manteniamo la nostra velocità di circa 6 nodi. Alle 3 del mattino iniziamo a sentire il rumore di un motore piuttosto grosso molto vicino a noi, così visto che la nebbia non ne vuole sapere di diradarsi, accendiamo il radar per evitare eventuali collisioni. Veniamo pedinati da questa nave fino alle 6 del mattino quando finalmente la nebbia scompare e con lei anche il misterioso rumore. Siamo tuttora convinti che fosse la nave della Marina Militare avvistata alle Coronados, ma chi può dirlo?


12 marzo 2007

Navigazione verso Ensenada. Poco vento (4-5 nodi) e tanti delfini messicani. Arriviamo al tramonto di fronte alla baia di Ensenada, ma decidiamo di non entrare in porto con il buio, così rimaniamo al largo mettendoci alla cappa. La scelta si rivela azzeccata, infatti dopo poco scende un nebbione pazzesco. Prima che il sole se ne vada vediamo balene che spruzzano dagli sfiatatoi a perdita d'occhio: vanno a sud nel Mare di Cortez, proprio come noi!





13 marzo 2007

Navigazione verso Ensenada. Alle 6 del mattino, quando ci svegliamo siamo dentro ad un fittissimo banco di nebbia. Siamo ormai a 3-4 ore di distanza dalla nostra meta. Verso le 12 ci si affianca una motovedetta della Marina Militare Messicana: due marines salgono a bordo per un'ispezione, mostriamo loro i documenti e nel giro di una mezz'ora riprendiamo la rotta. Alle 13.30 arriviamo ad Ensenada e ci fermiamo alla Marina Baja Naval. Iniziamo la trafila burocratica di entrata in Messico, ma visto che alcuni computers non funzionano, riusciamo ad ottenere solo il visto turistico e il permesso di pesca. Dovremo completare il resto domani. Facciamo due passi per la cittadina, così incontriamo un tizio un po' sballato, ma simpatico che dopo averci illuminato sui locali e le bellezze del luogo, ci vende un telefono cellulare per 7 dollari: ora abbiamo il nostro primo cellulare messicano!
Per cena ci concediamo un'aragosta e una buona margarita.




14 marzo 2007

Ensenada. Giornata tranquilla a terra in cui terminiamo le pratiche burocratiche e ispezioniamo i vari supermercati della zona. Facciamo una spesona in previsione dei prossimi giorni per mare.


15 marzo 2007

Partenza da Ensenada verso isola della Guadalupe. Giornata di navigazione tranquilla, vento costante a 8-10 nodi.


16 marzo 2007

Navigazione verso isola Guadalupe. Quando arriviamo a circa 20 miglia nautiche dall'isola ancora non siamo in grado di scorgerla per via di una leggera foschia. Decidiamo di rinunciare all'isola Guadalupe poichè si sta facendo buio e non ci sembra il caso di tentare un ancoraggio con la nebbia. Puntiamo a sud diretti a Cabo San Lucas.


17 marzo 2007

Navigazione verso sud, puntando a Cabo San Lucas. Giornata di navigazione tranquilla, vento costante a 8-10 nodi, cielo nuvoloso. Un albatro ci segue con discrezione.


18 marzo 2007

Navigazione verso sud, puntando a Cabo San Lucas. In mattinata il vento è rinforzato un po' (18-25 nodi) tanto che durante una strambata il nostro povero vecchio boma si spezza in due. Poco male, avvolgiamo la randa a mo' di boma e continuiamo la navigazione. Al boma rotto si aggiunge un altro problema: abbiamo le sentine allagate per via di una perdita. Pompiamo fuori acqua circa ogni 8 ore.


19 marzo 2007

Navigazione verso sud, puntando a Cabo San Lucas. Il vento è costante e la nostra velocità rimane intorno ai 6 nodi, nonostante la randa ridotta. La perdita invece sta peggiorando: ora dobbiamo pompare fuori l'acqua ogni 3-4 ore.
Cuciniamo tutto il pesce comprato ad Ensenada, se no rischiamo che vada a male. La nostra refrigerazione è ridotta per via del poco spazio e della produzione di energia. Purtroppo negli ultimi giorni il cielo è sempre stato coperto, così i pannelli solari hanno prodotto pochino: preferiamo utilizzare l'energia rimasta per gli strumenti di navigazione e sacrificare il frigo.


20 marzo 2007

Navigazione verso sud, sosta a Baia Magdalena. Le batterie scariche e le sentine allagate ci costringono ad una sosta non prevista a Baia Magdalena. Ci arriviamo in mattinata e per tutto il giorno stiamo a fare dei bordi per raggiungere la baietta in cui vogliamo ancorare, Punta Belcher.
Al tramonto riusciamo finalmente a gettare l'àncora e Francesco inizia immediatamente la riparazione della falla, mentre io mi do da fare pompando fuori l'acqua che ormai ci bagna i piedi.
Questo luogo è splendido: vediamo una miriade di delfini e foche e persino una tartaruga. Poco distante i resti di un vecchio impianto per la processazione del grasso di balena, ovviamente in disuso.

Sulla spiaggia le baracche dei pescatori che sfrecciano numerosi a bordo delle loro pangas e ci salutano felici.



21 marzo 2007

Baia Magdalena, Punta Belcher. Passiamo la mattinata ad asciugare le sentine e il loro contenuto. Il cielo è ancora coperto, così siamo sempre a corto di energia. Nel pomeriggio arriva un'altra barca e si àncora poco più in là. Mentre stiamo decidendo che mangiare per cena osserviamo i nostri nuovi vicini: un tizio in canoa rema verso di noi urlando: "Hey guys, are you vegeterian?". In breve ci raggiunge, ci regala un grosso pezzo di tonno e ci invita a cena. Che dire? Accettiamo con gioia e vista l'occasione mi metto subito ai fornelli per preparare un dolce.
Alle 18 siamo da su "Wind Flower" la loro splendida barca. Si chiamano Karen e Gary e vivono in mare da 16 anni. Hanno fatto il giro del mondo già una volta insieme ai loro tre figli, che ora però vivono a San Diego e ci raccontano le loro avventure per mare. Che emozione! Ceniamo con dei tranci di tonno cucinati nella salsa di soia bevendo Mescal. Una serata davvero piacevole.


22 marzo 2007

Baia Magdalena, Punta Belcher. Finalmente oggi c'è il sole, speriamo bene per le nostre batterie! Alle 6 ci si affianca una panga con due pescatori che in cambio di 12 litri di benzina ci regalano un secchio colmo di gamberi ancora vivi! Che bontà! Ci mettiamo subito a pulirne un po' e ci facciamo un sashimi con il tonno di Gary e i gamberi freschi.
Gary poi ci presta il suo piccolo gommone per scendere a terra (visto che non abbiamo ancora montato il nostro battellino Portabote) e noi prestiamo loro il nostro piccolo motore fuoribordo, così non dovremo faticare remando.

Sulla spiaggia raccolgo un sacco di piccole conchiglie colorate. Esploriamo i resti dell'impianto per la processazione del grasso di balena: l'atmosfera è piuttosto lugubre, chissà quanti cetacei sono stati uccisi proprio qui. Scattiamo qualche foto e poi torniamo alla barca.
Stasera ricambiamo l'invito dei nostri vicini e così prepariamo una cena luculliana a base di ceviche di gambero con lime, pasta al sugo di tonno fresco, pesce spada, focaccia al rosmarino appena sfornata e Meraner Torte. Il tutto annaffiato da ottimo Pinot Grigio italiano e limoncello fatto in casa a Bologna. Karen e Gary ci ringraziano tanto e ci salutiamo con la promessa di incontrarci di nuovo a sud.


23 marzo 2007

Baia Magdalena, Punta Belcher. Alle 5 del mattino vediamo Karen e Gary che issano le vele e partono con l'alba. Mentre io ancora dormo, Francesco compra un'aragosta per 3 euro da un pescatore di passaggio e me la fa trovare guizzante in un secchio pieno d'acqua. Poverina, le prometto un piano di fuga tra le proteste di Francesco. Mattinata in faccende: facciamo un po' di pulizie e poi ci mettiamo a cucinare del ragu' di carne e del sugo al pesce spada. Alle 10.30 pranziamo con un'ottima zuppa con fagioli, broccoli, patate e gamberetti.
Oggi fa caldo da morire, così passiamo il resto della giornata studiando spagnolo. Prima del tramonto Francesco mi insegna a pescare, ma nonostante i ripetuti tentativi non prendo nulla. Pazienza, sarà per la prossima volta.
Abbiamo deciso di partire domattina, ormai le batterie sono cariche e la falla è definitivamente riparata. Per cena gamberetti al vapore e insalata con avocado. Alle 8 siamo già a letto.


24 marzo 2007

Partenza per Cabo San Lucas. Vento costante a 15 nodi che ci spinge veloci verso sud. Il GPS calcola 30 ore alla meta. Per cena Francesco cucina l'aragosta da 3 euro che durante la notte è morta nel suo secchio aspettando invano che io la liberassi, mi sento molto in colpa, così per protesta non la mangio.
Raffiche a 25 nodi ci fanno dannare perchè il gennaker non si vuole più arrotolare sul suo girafiocco, così passiamo un'ora cercando di aggiustarlo. La notte trascorre tranquilla, Fra fa il primo turno (19.00-00.00) e io il secondo (00.00-06.00). Tante stelle cadenti.




25 marzo 2007

Navigazione verso Cabo San Lucas. Finito il mio turno vado a dormire un pochino e mi sveglio giusto in tempo per brindare con un Campari e succo d'arancia: passiamo il Tropico del Cancro! La mattinata trascorre uggiosa con vento leggero e sole, mi dedico allo studio della lingua spagnola. Per pranzo Francesco prepara un'ottima carbonara. Il vento costante ci fa riposare nel pomeriggio assolato, non dobbiamo nemmeno preoccuparci delle vele. Per cena frittata con bacon e zucchine.
Arriviamo a Cabo San Lucas quando ormai è già notte, saranno circa le 21. Ci ancoriamo di fronte alla spiaggia proprio di fianco ai nostri amici di Wind Flower.
Da Ensenada fino a qui abbiamo percorso 832 miglia nautiche (circa 1500 Km) in 7 giorni di navigazione con una media di 120 m/n al giorno (circa 200 Km).


26 marzo 2007

Cabo San Lucas. Oggi c'è un sole splendido, fa caldo davvero. Per prima cosa montiamo il battellino, così possiamo scendere a terra a fare un po' di spesa e vedere se riusciamo a trovare qualcuno che ci aggiusti il boma.
Pranziamo al "Pollo de Oro" un ristorante carino e a buon mercato dove ogni pietanza è ovviamente a base di pollo!

Passiamo la giornata a terra girando per Cabo. La città non ci piace per niente: troppa confusione, troppi turisti americani chiassosi, questo non è Messico, è una finzione per i gringos. Non vediamo l'ora di andarcene.Cena in barca con rigatoni al ragù bolognese.


27 marzo 2007

Cabo San Lucas. Di buon mattino andiamo ad esplorare le spiaggette di fronte a Cabo: splendidi roccioni, acqua cristallina e foche che dormono all'ombra. Bellissimo! Peccato che in poche ore questo splendido paesaggio si trasformi in un estenuante via vai di motoscafi che scaricano turisti ovunque. Abbiamo fatto bene ad andarci così presto!

Salutiamo Karen e Gary che partono verso sud, sono diretti a Mazatlan, chissà se prima o poi ci rincontreremo. Passiamo la giornata in faccende: andiamo a fare la lavanderia, a controllare la posta elettronica e a fare un po' di spesa. Nel tardo pomeriggio prendiamo un enorme margarita che ci stordisce non poco. Decidiamo di far riparare il boma a La Paz, non vogliamo stare a Cabo un minuto di più, domani si parte.


28 marzo 2007

Partenza da Cabo San Lucas. Ci svegliamo all'alba e io c'ho un'hangover di quelle da ricordare. Prometto a me stessa "Mai più margarita a stomaco vuoto". Nel primo pomeriggio partiamo diretti ad una caletta distante solo 6 m/n, ma sicuramente più tranquilla di Cabo. Passiamo 4 ore cercando di uscire dal golfo di Cabo, ma il vento cambia in continuazione senza contare il traffico di enormi navi da crociera, Kite surf, Banana Boat e quant'altro.
Alle 18 manca ancora un miglio per la Caletta Santa Maria, così a malincuore accendiamo il motore. Nel buio distinguiamo la baietta a fatica, ma con pazienza riusciamo ad entrarci e ancorare. Ci sono delle abitazioni sulla spiaggia, domani vedremo che aspetto hanno. Cena con tacos di pesce spada e insalata.


29-30 marzo 2007

Baia Santa Maria - Cabo Los Frailes. Sveglia all'alba. Decidiamo di costeggiare diretti a nord. L'obiettivo è Cabo Los Frailes, un ancoraggio che dista circa 46 m/n. E' una giornata caldissima, sole a picco e pochissimo vento; l'unico modo per sopportare la calura è prendersi a secchiate d'acqua.
Al tramonto il tempo inizia a cambiare. Le onde si stanno lentamente ingrossando, così decidiamo di fare un bordo al largo per evitarle e arrivare direttamente di fronte a Cabo Los Frailes da nord.
Alle 23 il vento aumenta improvvisamente da 10 a 27 nodi: siamo nel bel mezzo di un Northern, una delle tempeste di vento tipiche del Mare di Cortez. Immediatamente Francesco dà 3 mani di terzaroli alla randa, che però senza boma è sottoposta ad uno sforzo notevole. Armiamo il fiocco e andiamo avanti di bolina stretta, in un turbinio piuttosto fastidioso. Le onde con il passare del tempo aumentano di dimensione e spesso frangono proprio su di noi. Notte insonne e bagnaticcia.
Al mattino il vento non accenna a diminuire, ma per fortuna siamo ormai poco distanti dall'ancoraggio. Ci arriviamo verso mezzogiorno. Siamo molto stanchi per le fatiche notturne, ma prima di riposare un po' bisogna fare il conto dei danni: la randa si è stracciata in più punti, il fiocco ha uno strappo e il tangone si è rotto completamente.
Altre barche sono ancorate qui al riparo da questo ventaccio che ancora soffia fortissimo. E' la nostra prima tempesta durante questo viaggio, dopotutto pensavo sarebbe stato peggio, in fondo, a parte qualche vela da riparare e una stanchezza mai provata prima, siamo arrivati dove volevamo. Ci fermeremo qui qualche giorno, abbiamo bisogno di riposare un po'.


31 marzo 2007

Cabo Los Frailes. Ci svegliamo al solito alle 6. Di nuovo proviamo a fare una stima dei danni, ci vorranno parecchi soldi per riparare tutte le vele.
Con il ricevitore multibanda cerchiamo una delle NET di radioamatori che si scambiano informazioni sul meteo, ma nessuno trasmette, forse è troppo presto. Intanto fuori il vento non accenna a calare.
In tarda mattinata mettiamo il battellino in acqua e andiamo a fare un giretto nel deserto che scorgiamo dietro la spiaggia. Qui il vento non si fa sentire, infatti è un caldo soffocante. Incrociamo una comunità di mucche che sembrano impaurite dalla nostra presenza. Strani suoni ci fanno pensare alla vicinanza di serpenti a sonagli. Stremati dalla calura accettiamo un passaggio da tre ragazzotti in fuoristrada che ci riportano alla spiaggia.

Passo il pomeriggio tentando di pescare, come esca uso delle tortillas secche, che però non sembrano funzionare molto. Solo un piccolo pesce palla sembra interessato. Al tramonto decido di provare con esche al formaggio andato a male mischiato con il pane: i pesci abboccano, ma si portano via due ami e anche la lenza, insomma, come pescatrice sono proprio un disastro! Riproverò domani. Cena con pasta al ragù, frittata di pesce spada e zucchine. Il vento sembra finalmente essersi calmato.

1 commento:

Unknown ha detto...

Ciao sono massimo,e sono un ragazzo italiano e da poco vivo a Maryna del Rei,mi ha molto affascinato il vostro viaggio,e immagino a fare un viaggio cosi,complimenti,e un vero piacere,spero di leggere un'altro viaggio,e stato un vero piacere. Distinti Saluti

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...