Partenza da isla Providencia. Alle 8 del mattino salpo l'ancora e Fra si avvia verso il canale di uscita dalla baia. Mentre cerchiamo di metter giu' la deriva, questa si incastra malamente e per una mezz'ora siamo costretti a lavorarci in due, mentre il pilota automatico timona per noi. Risolto il problema tiro su la randa, Fra apre il genoa e ci mettiamo in rotta: bolina larga a 60 gradi con vento sui 15 nodi. Andiamo piuttosto bene visto che non c'e' molta onda e cosi' non beccheggiamo nemmeno. Un piccolo gruppo di delfini si avvicina e gioca per un po' con Damiana, ma non riusciamo ad entusiasmarci come al solito: Providencia e' la' che si sta allontanando e il nostro umore molto basso. Anche se siamo di bolina oggi fa davvero un gran caldo e cerchiamo di rifugiarci all'ombra della randa. Poi al tramonto il vento crolla proprio quando siamo in vista dell'isla San Andres che ci appare come un lungo serpentone luminoso da cui si alzano in volo decine di aerei. La nostra velocita' e' scarsa, andiamo a 3 nodi e il mare sembra olio.
Con gli ultimi raggi di luce arriva un piccolo uccellino, che decide di fermarsi per la notte sulla ritenuta della randa. Nessuno di noi ha voglia di mangiare, siamo ancora un po' giu' per aver lasciato Providencia, cosi' io me ne vado a letto e Fra inizia il suo turno. A mezzanotte quando inizio il mio, il vento si e' leggermente ripreso e cosi' rimetto Damiana in rotta e riusciamo ad evitare un paio di secche senza dover cambiare le vele.
3 aprile 2009
Al mattino vento sui 12 nodi sempre di bolina a 60 gradi. Verso le 10 ci viene una gran fame, cosi' Fra cucina una splendida frittata con il ragu di pesce che era avanzato due giorni fa. Buonissima. Nel pomeriggio il vento cala di nuovo e iniziamo a notare che questo tratto di mare e' sporco, molto sporco. Spazzatura ovunque ci giriamo. E sara' cosi' per decine di miglia. Plastica ovunque. E anche parecchi tronchi. Probabilmente le pioggie hanno riversato tutto questo in mare. Ce ne stiamo in silenzio in pozzetto aspettando un po' di vento quando in lontananza scorgiamo un puntino che si avvicina. Lo guardiamo con il binocolo e ci sembra un peschereccio malandato, ma molto veloce. Sembra proprio che ci stia puntando. Quando ormai e' a un miglio circa di distanza iniziamo a preoccuparci un po'. Pirati? E se si', cosa facciamo? Beh, aspettiamo e vediamo. Quando si avvicinano passandoci da dietro ci rendiamo conto che probabilmente erano solo curiosi di noi e si allontanano in fretta con quel ciaffo pieno di antenne e taniche di gasolio. Mah!
Per cena crema di funghi liofilizzata e avanzi di frittata. Fra inizia il suo turno senza vento. Durante il mio turno il vento cambia direzione in maniera isterica dandomi un gran da fare per regolare le vele, ma al mattino siamo di lasco a 120 gradi e la costa dei Panama si intravede nella foschia.
4 aprile 2009
Arrivo a Bocas de Toro, Panama. Passiamo la mattinata alla deriva di fronte alla costa ad una quindicina di miglia di distanza. Non c'e' vento. Pero' ci sono dozzine di delfini che si divertono con Damiana e con noi che li chiamiamo da prua. Nel pomeriggio si alza una brezza leggera che ci consente di arrivare a vela fino al canale di entrata a Bocas. Nel bel mezzo del canale una lancia della capitaneria ci intercetta e vedendo la nostra bandiera gialla (Quarantena) ci invita ad ancorarci dove preferiamo promettendo che torneranno tra un'ora per farci fare tutti i documenti.
Cosi' ci ancoriamo in una baia distante dal paese, un posto molto tranquillo e iniziamo a mettere in ordine Damiana dopo la navigazione. Dopo due ore il tizio della Capitania ancora non si vede, cosi' pensiamo che siccome e' sabato e sono le 5 del pomeriggio, probabilmente non verranno piu' e se ne riparlera' lunedi'. E invece no. Proprio mentre sto tagliando la cipolla per un sughetto all'arrabbiata arrivano: l'ufficiale della capitania, quello della MIgration, la signora dell'aduana e l'addetto all'ispezione sanitaria. Salgono a bordo e iniziano a compilare moduli facendo le domande di rito. Dopo una mezz'ora abbiamo tutti i nostri documenti, i visti e l'autorizzazione a togliere la Q flag, ma siccome e' sabato e siccome queste sono ore di lavoro straordinario... ci danno una "pelata" assurda. Praticamente meta' del nostro mensile se ne va per le pratiche di entrata. Ovviamente non abbiamo con noi una cifra del genere, cosi' Fra va con loro in paese per prelevare dei soldi e terminare questa faccenda. Dopo due ore Fra non e' ancora tornato, nel frattempo si e' fatto buio e non abbiamo modo di comunicare visto che il VHF portatile e' rimasto qui sul tavolo da carteggio. Mentre sto in pozzetto per resistere al gran caldo sento una panga avvicinarsi: eccoli! Finalmente! Si sono persi in giro per recuperare altri soldi da un canadese che come noi e' stato spennato per essere arrivato nel weekend! Per cena penne all'arrabbiata e le ultime due birrette colombiane!
5 aprile 2009
Al mattino presto montiamo il dinghy e andiamo a vedere le marine della zona. Volevamo passare una settimana attraccati ad un molo per fare alcuni lavoretti, ma visto come ci hanno spennato ieri, mi sa che sara' difficile. Le marine sono piuttosto belline, mah, decideremo nei prossimi giorni. Esploriamo un po' la zona con il dinghy facendo dei lunghi giri tra le lagune rigogliose di mangrovie. Nel pomeriggio torniamo alla barca stanchissimi, forse il gran caldo ci ha provato. Per cena filetto di manzo con spinaci e pane fatto in barca.
6 aprile 2009
Ci spostiamo di primo mattino all'ancoraggio di fronte al paese. Un tedesco con un cane aski si avvicina con il suo dinghy e ci offre di usare gratuitamente il suo mooring (un ormeggio subaqueo, ossia una boa con un blocco di cemento sotto, chiamato anche gavitello). Accettiamo con gioa. Andiamo in paese per la prima volta e ci orientiamo un po'. L'atmosfera e' quella tipica delle localita' turistiche, con musica e negozietti di souvenir.
Frotte di giovani backpackers si affollano davanti alle botteghe che offrono escursioni subacquee. I tre negozi di alimentari sono gestiti da famiglie di cinesi, che qui sembra abbiano il monopolio dei supermercati. La frutta e' spettacolare: i manghi sono enormi e maturi, le papaye giganti e subito ci viene una gran voglia di cocomero. Quando torniamo alla barca siamo spossati, non riusciamo a capacitarci del perche'. Nel senso che se io sono stanca e' normale (sono nata stanca mi dicono), ma se anche Fra si sente di dover riposare, significa che qualche fattore destabilizzante c'e'. E il caldo qui non scherza. Non c'e' mai vento e il sole picchia forte quando c'e'. Si, perche' in realta' piove spesso, ma il caldo con la pioggia e' quasi peggio. Per cena cucino una zuppa di cavolo con noodles orientali di cui abbiamo una scorta infinita e che dovremo pure consumare a breve per evitare di buttarli.
7 aprile 2009
Decidiamo che visto che ci hanno pelato per i documenti e che Christian ci ha offerto il mooring non andremo alla marina. Se vogliamo possiamo andare a farci la doccia per un dollaro, nel caso in cui non avessimo acqua piovana in eccesso. Nel pomeriggio allora ci andiamo a fare 'sta benedetta doccia, la prima vera doccia dopo due mesi all'ancora o in navigazione. Concordiamo che preferiamo farci il bagno in mare! E' ora pure di sfoltirsi un po', cosi' io taglio i capelli a Fra e lui li taglia a me, stiamo diventando veramente autarchici. Cosi' , con i capelli nuovi ce ne torniamo in barca a prepararci una carbonara.
Bocas de Toro e' una localita' carina e molto frequentata. Ogni giorno arrivano aerei da Panama City e David carichi di turisti statunitensi (facilitati anche dal fatto che la valuta locale a Panama e' il dollaro americano, pazzesco eh?). Noi dovremo fermarci per qualche settimana, stiamo aspettando un paio di pacchi che ci sono stati inviati qui e speriamo arrivino prima della fine di aprile. Poi ripariremo verso Colon, prossima tappa il passaggio del canale.
In attesa di riprendere il viaggio, vi abbraccio
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